Addio all’Iman Hendricks. Uomo di pace, dialogo e inclusione
Muhsin Hendricks, emblematica figura pioneristica, considerato il primo imam al mondo a dichiararsi omosessuale, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel sud del Sudafrica, all’età di 57 anni.
Lo ha reso noto l’agenzia agi.it apprendendolo dalla polizia locale.
Hendricks era responsabile di una moschea a Città del Capo, considerata un riferimento sicuro per la comunità Lgbtq+ e altri musulmani emarginati. È stato assassinato il 15 febbraio 2025 a Bethelsdorp, vicino alla città di Gqeberha, nella provincia del Capo Orientale, mentre viaggiava in macchina con l’autista, vittima di un agguato, probabilmente di ritorno dalla celebrazione di un matrimonio lesbico: cosi riferisce il sito della bbc.com.
Julia Ehrt, direttore esecutivo dell’Associazione Internazionale Lesbica, Gay, Bisessuale, Trans e Intersex, ha chiesto alle autorità di indagare a fondo su “quello che temiamo possa essere un crimine d’odio” ha riportato il sito britannico.
Ehrt ha ricordato come Hendricks “ha sostenuto e fatto da mentore a tantissime persone in Sudafrica e in tutto il mondo nel loro percorso di riconciliazione con la propria fede. La sua vita è stata una testimonianza di come la solidarietà tra comunità può risanare la vita di tutti”.
L’iman guidava la moschea Al-Ghurbaah della fondazione omonima, che sorge nel sobborgo di Wynberg a Città del Capo, interpretando l’Islam come fede compassionevole e, quindi, inclusiva, aperta e sempre pronta al dialogo interreligioso.
Annunciata pubblicamente la sua omosessualità nel 1996, nello stesso anno Hendricks fondò The Inner Circle, un’organizzazione che fornisce un luogo sicuro ai musulmani (e non) queer che ambiscono alla conciliazione tra la loro fede e la loro sessualità. Il passo seguente fu la fondazione della moschea inclusiva Masjidul Ghurbaah, per accogliere tutti i fedeli che per la loro sessualità non potevano partecipare alle preghiere del venerdì, il giorno sacro islamico.
La costituzione sudafricana post apartheid è stata la prima al mondo, riferisce ancora la bbc.com, a proteggere le persone dalla discriminazione per il loro orientamento sessuale. Ciò ha portato il Sudafrica a essere il primo Paese al mondo a legalizzare il matrimonio dello stesso sesso, nel 2006. Ma, nonostante, l’approccio statale avanguardistico, l’ampia comunità LGBTQ+ continua a subire violenze.
Hendricks più volte ha sottolineato la necessità di affrontare i problemi di salute mentale e i traumi vissuti dalle persone LGBTQ+ all’interno delle comunità religiose. E nel 2024 partecipando alla conferenza mondiale ILGA, tenutasi a Città del Capo, insistette sull’importanza di smetterla di “considerare la religione come un nemico”.
L’Iman conosceva i pericoli che correva: nel documentario The radical del 2022 che lo vede protagonista, in merito alle minacce che doveva affrontare affermò: “Il bisogno di essere autentico è più grande della paura di morire”.
Per approfondire la figura di Muhsin Hendricks consigliamo la lettura della sua biografia su en.wikipedia.org
Immagine: l’iman sudafricano, Muhsin Hendricks – photo by Al-Ghurbaah Foundation – Instagram