Modena ci racconta le meravigliose avventure dei viaggiatori del passato

Le esperienze di viaggio tra il 1400 e il 1800, quelle stesse esperienze che hanno scritto la storia moderna: la scoperta dell’America, l’evangelizzazione, la maggiore conoscenza dell’Africa, del Vicino ed Estremo Oriente.  Viaggi compiuti da esploratori, mercanti e pellegrini spinti dalla voglia di sfidare se stessi, comprovare le loro teorie e intuizioni, rispondere ai moti dell’animo, fornendo al mondo un patrimonio culturale inestimabile e imperituro.

Figure celebri e affascinanti i viaggiatori, spesso grandi studiosi e perciò ambasciatori e mediatori tra la cultura d’Occidente e quella d’Oriente. Due nomi fra i tanti, il gesuita Matteo Ricci e l’entomologa, botanica e pittrice Maria Sibylla Merian.

In Cina con Matteo Ricci

Matteo Ricci, nato a Macerata nel 1552 ma morto nella lontana Pechino nel 1610, a 19 anni era entrato a fare parte della Compagnia di Gesù.  Nel 1578 partì per l’India per compiere opera di evangelizzazione e raggiunta la Cina finì per trascorrervi il resto della sua vita.

Matematico e cartografo padre Ricci introdusse in Cina la cultura occidentale: tradusse con il matematico cinese Xu Guangqi i primi libri degli Elementi di Euclide; realizzò l’atlante mondiale in cinese con la traduzione dei nomi europei nella lingua locale, alcuni dei quali sono tuttora in uso; individuò le connessioni tra la cultura confuciana e la filosofia greca e latina, contribuendo alla diffusione del pensiero occidentale.

Speculare la sua conoscenza della Cina in Europa anche grazie alla traduzione in latino dei diari di viaggio di Ricci compiuta dal gesuita Nicolas Trigualt.

Il doppio primato di Maria Sibylla Merian

Singolarissima figura, considerando gli anni in cui visse, e non celebre come meriterebbe, Maria Sibylla Merian è stata, probabilmente, la prima donna a capo di una delle prime spedizioni scientifiche. Un doppio primato, dunque.  Nata a Francoforte nel 1647, proveniente da una famiglia di pittori, fin dalla gioventù Maria si dedicò alla pittura e allo studio degli insetti.  Frutto dei suoi studi e delle sue osservazioni è il libro Der Raupen wunderbare Verwandlung und sonderbare Blumennahrung (La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori) dove illustra le varie fasi di sviluppo di 176 farfalle e le piante e i fiori di cui si nutrono. Il libro venne pubblicato nel 1679.

Separatasi dal marito, si trasferì con le due figlie in Olanda, dove ebbe la possibilità di entrare in contatto con naturalisti e personalità appartenenti alla Società delle Indie orientali e scoprire collezioni d’insetti sconosciuti in Europa.  Da studiosa qual era volle conoscere la loro origine e il loro sistema di riproduzione: “Tutto questo – scriverà poi Maria – mi ha finalmente spinta a intraprendere un grande viaggio, da me lungamente desiderato e a partire per il Suriname”.

Agli albori del XVIII secolo una spedizione scientifica (si viaggiava e si collezionavano piante e animali del Nuovo Continente soltanto per motivi commerciali) e per di più guidata da una donna era troppo anche per gli evoluti olandesi.  Maria non trovò i finanziamenti; organizzò il viaggio con il prestito del borgomastro di Amsterdam, città dalla quale salpò nel giugno del 1699. Giunta alla meta e preso alloggio a Paramaribo,  iniziò le sue ricerche aiutata dagli indios e dagli africani importati nell’isola come schiavi dai coloni olandesi.

Partiva per le sue esplorazioni scientifiche nelle difficili foreste e, grazie agli indios e agli africani che le facevano da guida,  scopriva e imparava i segreti di fiori, frutti e insetti e piante medicinali. Una volta tornata alla base, prendeva nota di quanto appreso nel corso dell’esplorazione e lo faceva, naturalmente, disegnando e dipingendo.

Nel 1701 si ammalò e fu costretta a tornare in Europa. Nel 1705 pubblicò i risultati della sua ricerca americana, Metamorfosi degli insetti del Suriname, un’opera di notevole importanza perché, oltre a illustrare esemplari di fauna e flora mai visti in Europa, si soffermava sulla descrizione della metamorfosi degli animali, un processo ancora poco conosciuto anche fra i ceti colti dell’epoca.

Nel corso del suo lavoro Maria  Sibylla era stata assistita dalla figlia Dorothea Maria Henriette Graff (1678-1743), a sua volta famosa come pittrice e illustratrice.

Insieme alla mostra di Modena 

A Ricci, a Maria Merian e ai tanti altri illustri che attraversarono arditamente i mari tra il 1400 e il 1800 è dedicata la mostra Meravigliose avventure. Racconti di viaggiatori del passato che verrà allestita nelle sale della Galleria Estense di Modena dal 21 settembre 2018 al 6 gennaio 2019.

La mostra, curata da Martina Bagnoli (direttrice delle Gallerie Estensi) e Annalisa Battini, è costituita da 6 sezioni: la prima dedicata ai pellegrinaggi in Terra Santa, seguono gli scambi culturali ed economici tra i paesi europei e l’Impero Ottomano, la graduale esplorazione dell’Africa, i viaggi dei gesuiti, francescani e domenicani in Estremo Oriente, i commerci e gli scambi culturali con l’India e l’approdo alle Americhe.

I materiali di esposizione sono il frutto della selezione dei testi illustrati appartenenti al patrimonio libraio della Biblioteca Estense Universitaria, oltre a quadri, sculture, arti decorative e materiali etnografici provenienti dal Museo antropologico universitario di Firenze e i Musei civici di Modena.

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