Garage Museum di Mosca. Non si può sostenere l’illusione della normalità
Il Garage Museum of Contemporary Art di Mosca è chiuso per protesta contro l’invasione delle truppe armate russe in Ucraina.
Con una nota pubblicata sul proprio sito e diffuso attraverso i canali social fin dal 26 febbraio 2022 ha informato il mondo di questa coraggiosa posizione.
Dice il comunicato:
“Il team del Garage Museum of Contemporary Art ha deciso di interrompere i lavori su tutte le mostre fino a quando la tragedia umana e politica che si sta svolgendo in Ucraina non sarà cessata – riporta il comunicato -. Non possiamo sostenere l’illusione della normalità quando tali eventi si verificano.
Garage è da sempre un’istituzione internazionale aperta a una pluralità di voci. Siamo categoricamente contrari a qualsiasi azione che semina divisione e crea isolamento. Ci vediamo come parte di un mondo più ampio indiviso dalla guerra.
Adempiremo ai nostri obblighi nei confronti degli artisti i cui progetti sono stati rinviati e che hanno lavorato con noi con fiducia ed entusiasmo. Ringraziamo Anne Imhof, Helen Marten, Saodat Ismailova, Heimo Zobernig, i loro studi e gallerie, e i finanziatori di opere per la mostra Lydia Masterkova per il loro sostegno, e speriamo in una fine immediata del conflitto”.
L’istituzione culturale è stata fondata nel 2008 dall’imprenditrice e appassionata d’arte, Daša Žukova e dall’oligarca, al tempo suo marito, Roman Abramovič, più famoso come proprietario della squadra di calcio britannica Chelsea messa in vendita dall’inizio della guerra. Dal 2014 il museo ha assunto la sua attuale denominazione di Garage Museum.
Negli anni ha allestito importanti mostre personali e/o retrospettive di artisti come Mark Rothko, Cindy Sherman, Takashi Murakami, Antony Gormley, Jeff Koons.
Al momento della chiusura il museo era impegnato nella realizzazione del progetto con l’artista tedesca Anne Imohof, vincitrice dal Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2017 e con l’organizzazione della retrospettiva sull’artista francese di origine sovietica, Lydia Masterkova (1927 – 2008).
Da quando è iniziata l’invasione in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, secondo il sito indipendente russo OVD-Info, sono quasi 8mila le persone arrestate in Russia per aver manifestato il proprio dissenso contro la guerra voluta da Mosca. Si susseguono gli appelli di intellettuali (emblematiche le dimissioni del direttore d’orchestra del Teatro Bolshoi Tugan Sokhiev del 5 marzo) e della comunità scientifica.