Laila Soueif. La madre che non si arrende

Laila Soueif, londinese, con doppia cittadinanza britannica ed egiziana, sessantanove anni, matematica, professoressa presso l’Università del Cairo e attivista per i diritti umani, è entrata nel quinto mese di sciopero della fame. Il motivo della sua protesta è la richiesta di scarcerazione del figlio Alaa Abdel Fattah, cittadino britannico, famoso blogger e scrittore, detenuto – per l’ennesima volta – in Egitto da settembre 2019.

Fattah ha già scontato la condanna a cinque anni di carcere con l’accusa di “diffusione di notizie false che minano la sicurezza nazionale”. La fine della pena sarebbe stata a fine settembre 2024, ma le autorità egiziane non lo hanno rilasciato e hanno prolungato il periodo di detenzione fino al 2027.

Laila Soueif, ha quindi iniziato lo sciopero della fame sostando davanti dal Foreign Office a Westminster (Londra), scrivendo sul marciapiede il numero di giorni di prigioni “illegali” di suo figlio. Da allora sopravvive con acqua, sali reidratanti, tè e caffè senza zucchero.

Inoltre ogni giorno lavorativo trascorre un’ora fuori al 10 di Downing Street, sede del premier britannico, al quale chiede che di fare il possibile per il rilascio di Abdel Fattah e per il suo ritorno, in sicurezza, nel Regno Unito.  Lì il 19 dicembre 2024, con il supporto di Amnesty International, è stata organizzata una veglia alla quale hanno partecipato molti sostenitori che si alternano al suo fianco, come ha documentato l’attore britannico di origine egiziana, khalid Abdalla, sul social Threads, lo scorso 29 gennaio.

Intorno a Soueif, infatti, si è andato formando un movimento di solidarietà. Pochi giorni fa il giornalista Peter Greste – professore di giornalismo alla Macquarie University e direttore esecutivo dell’Alliance for Journalists’ Freedom e che in passato, per l’accusa di terrorismo, è stato in cella con Abdel Fattah -, si è unito a Laila Soueif per uno sciopero della fame di 21 giorni, come ha scritto su The Guardian.

Intanto le condizioni fisiche dell’eroica mamma si deteriorano e rischia il peggio. Sanaa Seif, sorella minore di Abdel Fattah, ha riferito che la mamma resiste ma “sta arrivando al limite” come riporta ilfattoquotidiano.it.

Anche Sanaa è un’attivista ed è stata più arrestata più volte in Egitto, ma ciò non la fa desistere: come la mamma a Londra, la giovane dal Cairo chiede il rilascio del fratello e di tutti i prigionieri di coscienza in carcere in Egitto.

 

Immagine:  Londra, Laila Soueif, al quinto mese in sciopero della fame, sul marciapiede dove scrive il numero di giorni di prigioni “illegali” di suo figlio, il blogger e attivista Alaa Abdel Fattah – La fotografia è tratta dalla pagina Threads dell’attore khalid Abdalla sostenitore della causa

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