La Regione Toscana approva la legge sul fine vita
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge sul fine vita, prima in Italia.
La proposta della legge sul fine vita è stata di iniziativa popolare: più di 10mila firme hanno sostenuto il documento Liberi subito, promosso dall’Associazione Luca Coscione e approvata, con emendamenti, dalla Regione con 27 voti favorevoli e 13 contrari.
Per fine vita s’intende il suicidio medicalmente assistito regolamentato, al quale chi lo desidera, potrà accedere facendo domanda alla ASL; la commissione preposta a verificare i requisiti fissati alla Consulta, evitando che l’aiuto al suicidio non diventi reato.
Infatti, entro 15 giorni dall’entrata in vigore della legge, le Aziende Usl del territorio dovranno formare una commissione multidisciplinare permanete la quale, con il Comitato etico locale, passerà al vaglio i requisiti per all’accesso al fine vita e deciderà entro 20 giorni dal ricevimento dell’istanza.
Nei casi in cui l’esito della richiesta sarà positiva, la Commissione procederà all’approvazione e/o alle definizioni delle modalità di attuazione entro 10 giorni, entro 7 l’azienda sanitaria locale dovrà assicurare il supporto tecnico e farmacologico e l’assistenza sanitaria per la preparazione dell’autosomministrazione del farmaco.
La legge prevede il finanziamento di 10mila euro all’anno per 3 anni per le prestazioni che per il paziente sono gratuite. La regolamentazione fissa i tempi e le modalità. Le aziende sanitari locali assicureranno i supporti tecnico e farmacologico, nonché l’assistenza sanitaria.
Il suicidio assistito secondo la Corte Costituzionale
Il suicidio assistito è consentito dal 2019 dalla sentenza numero 242 della Corte costituzionale, in risposta del caso di DJ Fabo e l’aiuto al suicidio non è punibile se il richiedente si trova nelle seguenti condizioni.
Le condizioni sono:
- il richiedente deve essere nel totale possesso delle sue capacità cognitive: la sua decisione deve essere libera e consapevole;
- il richiedente è affetto da una patologia irreversibile;
- il richiedente prova sofferenze intollerabili, per dolore fisico e/o psicologico;
- il richiedente dipende da macchinari o terapie di sostegno vitale.
Nella continuata assenza dell’azione legislativa che regoli la materia, la Corte Costituzionale è tornata a pronunciarsi nel 2024 con la sentenza 135, dove ha ribadito e chiarito i requisiti stabili nel 2019.
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