Charlie Hebdo. Vogliamo ridere perché vogliamo vivere

Il 7 gennaio 2025 nelle edicole francesi arriverà il numero speciale del settimanale satirico Charlie Hebdo, dedicato ai 12 morti – 8 delle redazione – di dieci anni prima, uccisi nel sanguinoso attacco terroristico di matrice islamica alla sede del giornale, condotto dai fratelli Cherif e Said Kouachi, francesi di origine algerina e membri di al-Qaeda.

Il motivo dell’attentato fu la pubblicazione nel 2006 di una serie di vignette satiriche su Maometto, riprese dal giornale danese Jyllands-Posten.

Il concorso internazionale per il numero speciale e il sostegno della maggioranza dei francesi

32 pagine, in copertina il disegno di un lettore seduto su un fucile che, estasiato, legge questa edizione speciale di Charlie Hebdo, “indistruttibile”, come è scritto in alto a caratteri cubitali. All’interno una quarantina di caricature selezionate fra le 350 pervenute dal concorso internazionale #LaughingGod, lanciato nel dicembre 2024 e rivolto ai vignettisti della stampa, con l’invito di “esprimere la vostra rabbia contro l’influenza di tutte le religioni sulle vostre libertà”.

Il numero speciale, contiene, inoltre, i risultati di uno studio Ifop realizzato per la Fondazione Jean-Jaurès nel giugno 2024, come riferisce LaPresse, secondo il quale il 76% dei francesi ritiene che la libertà di espressione sia un diritto fondamentale e comprende la libertà di caricatura; mentre il 62% degli intervistati si dice favorevole al “diritto di criticare in modo oltraggioso una convinzione, un simbolo o un dogma religioso”.

“Volevano colpire la libertà di espressione, ma siamo sempre vivi”

“La voglia di ridere non scomparirà mai” assicura la redazione “volevano colpire la libertà di espressione, ma siamo sempre vivi”.

“La satira ha una virtù che ci ha aiutato a superare questi tragici anni, ed è l’ottimismo. Se vogliamo ridere è perché vogliamo vivere. Risate, ironia, caricatura sono manifestazioni di ottimismo. Qualunque cosa accada, drammatica o felice, la voglia di ridere non scomparirà mai – sottolinea il direttore responsabile Riss, nell’editoriale del numero, come anticipato da LaPresse,  dove ripercorre la storia del giornale e, soprattutto gli ultimi 10 anni segnati, secondo lui, da una “situazione geopolitica peggiorata”.

“Oggi i valori di Charlie Hebdo, come l’umorismo, la satira, la libertà di espressione, l’ecologia, la laicità, il femminismo per citarne solo alcuni, non sono mai stati così messi in discussione – prosegue Riss -. Forse perché è proprio la democrazia a trovarsi minacciata da rinnovate forze oscurantiste”.

Je suis Charlie! 

L’attentato del 7 gennaio 2015 suscitò grande emozione in tutto il mondo.

Con lo slogan Je suis Charlie, il successivo 11 gennaio, ci furono manifestazioni in tutta la Francia, per un totale di partecipanti di quasi 4 milioni di persone. A Parigi il corteo fu aperto da molti capi di Stato, mentre la gente, con le matite in alto si riversava sotto la statua della Marianne a Place de la Republique.

A tutto oggi rimane la manifestazione più grande mai registrata in Francia.

La pubblicazione di Charlie Hebdo riprese regolarmente il 25 febbraio 2015, sotto la direzione di Laurent Sourisseau, alias Riss,  al posto di Stéphane Charbonnier, pseudonimo  Charb, fra le vittime dall’attacco.

Da allora le minacce non sono mai cessate e la redazione lavora e vive sotto la protezione delle scorte, mentre l’indirizzo della nuova sede è rigorosamente segreto.

Fondato nel 1960 dal giornalista comico e cantante Georges Bernier, alias Professeur Choron, e dallo scrittore e disegnatore, François Cavanna, Charlie Hebdo, nonostante le vicissitudini,  è sempre rimasto fedele alla linea editoriale da loro dettata che si può riassumere in: la ragione, contro ogni dogma politico e religioso

Oggi del giornale esiste anche la versione online.

Le commemorazioni

Oltre all’edizione speciale, il 7 gennaio 2025 si svolgeranno commemorazioni ufficiali con il presidente Emmanuel Macron e con la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo.

Inizieranno alle 11:30, ora dell’attacco del 2015, all’11° arrondissement, dove c’era, allora, la sede di Charlie Hebdo; proseguiranno in Boulevard Richard Lenoir, dove è stato ucciso l’agente di polizia Ahmed Merabet.

Si concluderanno alle 13,10 con un omaggio alle vittime del negozio Hyper Cacher di Porte de Vincennes, dove il 9 gennaio 2015 furono uccise quattro persone di fede ebraica.

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