L’artista e l’architetto. Un nuovo modo di abitare la terra
La connessione tra l’uomo, l’ambiente e la natura sono i comuni denominatori della mostra Sii albero che accomuna la poetica della rimpianta artista relazionale Maria Lai e la filosofia dell’architetto Stefano Boeri, autore del famoso progetto Bosco Verticale di Milano.
L’esposizione – presso il museo dedicato all’artista, la Stazione dell’Arte di Ulassai – pur nella diversità dei linguaggi espressivi, crea un dialogo ideale tra due visioni affini che indicano un nuovo modo di stare sulla terra.
“Se l’attività di Boeri è nota per la continua ricerca di un’alleanza tra l’uomo e la natura, con diverse soluzioni architettoniche divenute celebri in tutto il mondo, anche Maria Lai in più occasioni realizzò opere incentrate sui fragili equilibri sociali e ambientali” spiega Davide Mariani, direttore del museo.
Le parole di Mariani illustrano lo spirito della Casa delle Janas, la nuova Project Room della Stazione dell’Arte che accoglie un modello in scala 1:50 del grattacielo meneghino, Bosco verticale. Mentre nel giardino dell’ex rimessa dei treni (da cui il nome “Stazione dell’Arte”) “convivono le installazioni Fiabe intrecciate di Maria Lai e la Radura degli abbracci di Stefano Boeri.
La prima s’ispira alla fiaba Il topo e la montagna che il politico e pensatore Antonio Gramsci scrisse in carcere per il figlio nel 1931. Nel 2007, in occasione del settantesimo anno della morte del politico, la Lai pensò di ‘intrecciare’ la fiaba con la leggenda “La grotta degli antichi” di Ulassai che l’artista rivisitò nella sua celebre opera Legarsi alla montagna (1981).
Dunque, una fiaba e una leggenda che evocano la missione a cui sono chiamati i bambini: ricomporre “la frattura tra il passato e il presente, riconducibile a quello tra uomo e natura”.
Radura degli abbracci, invece, è un progetto sulla gestione dello spazio pubblico che Stefano Boeri elaborò nel 2016: nel giardino dell’ex rimessa di treni è ricomposto con 95 cilindri di abete alti 5 metri di 6 centimetri di diametro che nelle intenzioni dell’architetto danno vita a un luogo a contatto con la natura “permeabile e intimo”, sulle note del brano Visioni eseguito del violoncellista Piero Salvatori.
Una serie di schizzi, foto e disegni mostrano lo sviluppo e l’adattamento del concetto di Radura, a varie situazioni e avvenimenti corrispondenti alle installazioni di Radura nel mondo e Radura della memoria realizzato dall’architetto in seguito al crollo del Ponte Morandi di Genova: un podio ligneo circolare di 50 metri che racchiude 43 specie arboree differenti, in ricordo delle vittime del crollo.
In quest’insolita quanto mai suggestiva esposizione di magica, fantastica e auspicabile armonia tra l’uomo e la natura, sarà possibile assistere alla proiezione del cortometraggio Troiane, premiato al Venice Architecture Short Film Festival 2020.
Con la regia di Stefano Santamato il corto – prodotto da Paolo Soravia / The Blink Fish per Stefano Boeri Architetti – racconta il viaggio degli alberi divelti dalla Tempesta Vaia, dal Friuli alla Sicilia dove sono hanno acquisito nuova vita, per la scenografia della tragedia Le Troiane di Euripide, messa in scena del Teatro greco di Siracusa.
Un viaggio narrato dagli alberi in soggettiva lungo 1500 chilometri, attinente al ciclo di opere di Marina Lai degli anni Novanta Sii albero, che danno il titolo alla mostra.
Apertura al pubblico dal 20 giugno al 19 settembre 2021.
Immagini: 1) Ulassai (Sardegna), museo Stazione dell’Arte, dedicato all’artista relazione Maria Lai; 2 e 3) Siracusa, Teatro Greco, la scenografia per le Troiane, creata con gli alteri divelti dalla Tempesta Vaia e la rappresentazione dell’opera di Euripide riportata nel cortometraggio omonimo, al quale ha partecipato l’architetto Stefano Boeri, protagonista con la Lai dell’esposizione ‘Sii albero’ presso la Stazione dell’Arte