La Cassazione dice no. Ma la convinzione del nesso vaccini-autismo non si sradica
La Corte di Cassazione rigetta l’indennizzo per danni vaccinali ai malati di autismo, per mancanza di correlazione tra i vaccini e la patologia. L’ordinanza n. 24959 della Suprema Corte è stata pubblicata il 23 ottobre 2017.
L’indennizzo da parte dello Stato è previsto dalla legge 210/192, ma richiede la dimostrazione del nesso causale tra la vaccinazione del bambino e l’insorgere dell’autismo, nesso, come ha ribadito la Corte di Cassazione, che alla luce delle conoscenze attuali non rientra nella “ragionevole probabilità scientifica”.
La Corte ha sentenziato dopo che i genitori di un bambino autistico si erano rivolti al Tribunale di Pesaro per richiedere l’indennizzo previsto dalla legge citata, in seguito alle vaccinazioni antipolio di tipo Sabm, DTP (difterite, tetano e pertosse) e MPR (morbillo, parotite, rosolia) cui era stato sottoposto il figlio. I genitori sostenevano che l’autismo era insorto a causa di tali vaccinazioni.
All’inizio dell’iter giudiziario il Tribunale di primo grado aveva accolto le motivazioni dei genitori, mentre la Corte d’Appello di Ancora aveva ribaltato la sentenza dopo il risultato delle analisi condotte dai Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) che avevano escluso il nesso di causalità tra le vaccinazioni e l’autismo.
Per l’Alta Corte le conclusioni del CTU sono basate su puntuali argomentazioni “che si sono avvalse anche della letteratura scientifica”.
Storia di una sciagurata e spregiudicata bufala
Ancora una volta, quindi, è stata smontata l’errata convinzione che esista la possibilità di una correlazione eziologica tra i vaccini e l’autismo, che da tempo ha accesso un animato dibattito che, nonostante i tanti studi scientifici e indipendenti e le stesse sentenze della Cassazione che dimostrano la completa infondatezza della correlazione, non sembra placarsi.
La teoria dei vaccini come causa dell’insorgere delle patologie riferenti allo spettro autistico è stata scientificamente ampiamente scredita da tempo, come stabilito anche dall’OMS, oltre 10 anni fa. Eppure continua a fare breccia nelle preoccupazioni dei genitori dalla sua prima teorizzazione risalente alla fine del XX secolo.
Nel 1998 il gastroenterologo inglese Andrew Wakefield (nella foto a lato) – con 12 colleghi del londinese Royal Free Hospital – firmò una ricerca che affermava il nesso tra il vaccino MPR e l’autismo nei bambini. Secondo la ricerca del gastroenterologo, il vaccino tossico sarebbe stato la causa dell’infiammazione intestinale e della maggiore permeabilità della barriera intestinale, mandando così in circolo le sostanze tossiche fino all’encefalo e favorendo, quindi, lo sviluppo dell’autismo. Lo studio era stato condotto su 12 bambini, affetti sia da disturbi gastrointestinali sia autistici, tutti vaccinati con la MPR. Il gastroenterologo inglese non condannava tanto la vaccinazione in sè, ma la trivalente e raccomandava di vaccinare i bambini singolarmente contro ciascuna delle 3 patologie. La ricerca di Wakefield fu pubblicata dalla rivista scientifica Lancet.
Le smentite scientifiche e lo scandalo
La teoria del gastroenterologo inglese suscitò clamore e favori altre ricerche sia in Europa sia negli Stati Uniti. Ma tali ricerche conclusero che non solo c’erano delle evidenti falle scientifiche sulla sperimentazione, ma la teoria di Wakefield non riusciva a evidenziare scientificamente il nesso vaccini-autismo. Un ulteriore studio condotto, su vasta scala, dall’Institute of Medicine of the National Academies statunitense valutò l’esistenza di evidenze scientifiche di una possibile correlazione tra 8 differenti vaccini – tra i quali il MPR e una serie di eventi a essi sfavorevoli. La conclusione della ricerca fu l’esclusione del nesso tra i vaccini con l’autismo.
Determinante fu l’inchiesta giornalistica a firma di Brian Derr (nella foto a lato), pubblicata nel 2004 dal Sunday Times. L’inchiesta faceva emergere i falli già accennati dagli studi scientifici: Wakefield aveva condotto la ricerca senza un gruppo di controllo, con esami endoscopici e neuropsicologici non condotti ‘in cieco’ (condizione fondamentale per la validità di un esperimento), ma soprattutto rivelava alterazioni e falsificazioni della storia clinica dei campioni: a 3 dei bambini non era stato diagnosticato l’autismo, mentre 5 aveva mostrato disturbi neurologici prima della somministrazione della trivalente. La conclusione dell’inchiesta fu che lo studio Wakefield era stato condotto per motivi economici. Il giornalista, infatti, aveva scoperto che il medico inglese, prima di firmare la ricerca, aveva registrato un brevetto per nuovo vaccino contro il morbillo, messo a punto per ovviare agli stessi disturbi gastrointestinale, che ha poi messo in luce nello studio.
I coautori della ricerca, con una dichiarazione in calce, ritrattarono le conclusioni dello studio. L’Ordine dei medici inglesi espulse il gastroenterologo con circa 30 capi di accusa, tra i quali il gravissimo, di disonestà e abuso di bambini con problemi di sviluppo mentale.
Nel 2010 la rivista Lancet ha ritirato l’articolo sulla ricerca di Wakefield. Troppo tardi forse, visto che nel frattempo nell’ormai decennale avvento di Internet, la teoria si era diffusa e aveva preso piede presso molti genitori e continua a fare proseliti.
Per fare il punto dello stato dell’arte delle conoscenze scientifiche
Non è la prima sentenza della Cassazione a respingere la richiesta d’indennizzo.
Riporta il sito italiano pernoiautistici.com: “Non si è mai parlato tanto di autismo in Italia da quando è esploso il dibattito sui vaccini”. E aggiunge che sono ancora oggi molte le persone che interpellano il sito per chiedere delucidazione sul rapporto tra vaccini e autismo. Come rispondere in modo “ragionato e aggiornato”? La risposta di pernoiautistici.com è pubblicare un “pro-memoria” redatto dal medico ricercatore in neuropsichiatria infantile, Luigi Mazzone (foto a lato), da tempo impegnato, sia nell’ attività clinica sia di ricerca, prevalentemente nel campo dei disturbi dello spettro autistico.
Un articolo, quello di Mazzone, che oltre a ribadire la totale assenza di relazione tra l’autismo e i vaccini, in modo sintetico ed esaustivo fa il punto della situazione delle conoscenze scientifiche raggiunte nell’ambito della malattia e che per questo abbanews. eu ha deciso di riportare nella sua versione integrale.