Essere Traiano
Traiano, l’Optimus Princeps, colui che ha portato l’Impero Romano alla sua massima espansione moriva l’8 agosto del 117 d.C. 1900 anni fa. Roma lo celebra con la mostra dal suggestivo ed evocativo titolo: Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa.
Primo imperatore nato non nell’Urbe ma in Italica (98 d.C.), l’attuale Andalusia spagnola, asceso al trono non per via familiare ma per essere stato adottato da Nerva – primo imperatore adottivo romano – muore in Cilicia (oggi Turchia) mentre è alla guida delle sue truppe.
L’ascensore sociale e la riforma giudiziaria
Sempre in guerra dunque Marco Ulpio Nerva Traiano? No, asserisce la storia. Grande conquistatore sì ma anche pragmatico e innovativo amministratore che, si preoccupò di riformare lo stato sociale, politico e giudiziario, rimettendo in sesto Roma che sembrava avviarsi al declino. Attento alle risorse dell’Impero che gestiva senza sprechi e mai a profitto di se stesso, introdusse la pratica del ‘colonato’: per favorire il ripopolamento dei contadini liberi nella Penisola, sottraendoli alla sudditanza della rapacità dei latifondisti e degli esattori delle imposte. Li finanziò per i lavori nei campi, stipulando con gli stessi un accordo cheportava parte dei raccolti a saldo del debito. Si garantiva così campagne ben coltivate e contadini occupati in piena sicurezza.
Con parte delle proprie risorse fondò l’Institutio Alimentara a favore dei bambini e dei giovani, privi di risorse. Fece costruire collegi e orfanatrofi per i figli non riconosciuti e gli orfani dei militari del suo esercito, ai quali assicurava istruzione e sostentamento. Filantropo certo, ma anche interessato al ricambio sociale e generazionale, si aprì a tutti i livelli sociali, dando la possibilità di studiare e fare carriera; la sua “vision” era quella di fornire all’Impero una classe dirigente rinnovata e preparata.
In campo giudiziario procedette con le seguenti importanti riforme: diminuzione dei tempi dei processi, proibizione di accuse anonime e di condanne, velate da dubbi o dichiarate senza prove certe.
Le nuove tecniche edili
Interessante anche la sua veste di ‘Traiano Costruttore’ nel senso letterario del termine, un costruttore che introdusse tecniche innovative. Le opere edili che fece erigere puntavano al miglioramento della vita dei cittadini e della viabilità fra Roma e il resto dell’Impero.
Famoso ( si veda la cronaca di questi giorni) l’ampliamento del porto di Claudio con la costruzione del porto esagonale di Fiumicino (oggi sito archeologico visitabile) che collegava l’Urbe con la parte occidentale dell’Impero, mentre l’ampliamento del proto omonimo di Ancona favoriva il collegamento fra Roma alle provincie orientali.
Pensando alla viabilità terrestre prolungò la via Appia portandola fino al porto di Brindisi, seguendo il tracciato preesistente dell’età repubblicana.
Inoltre, troviamo l’Arco di Traiano a Benevento in occasione dell’apertura della via Traiana, un’alternativa alla via Appia, che rendeva più breve il percorso tra Benevento e Brindisi e l’arco di Traiano a Merida (Spagna) come emblema “trionfale”, ma in realtà dedicato all’imperatore Tiberio.
La stessa Roma cambiò volto grazie a Traiano. Per decongestionare l’area centrale della città sovraffollata, fece costruire il nuovo Foro, un grande complesso edile con gli edifici attigui in laterizio, inaugurato nel 113.
Al suo interno sorgeva la Colonna Traiana, alta oltre 40 metri, prima colonna coclide, sulla quale sono scolpite più di 200 figure in bassorilievo che celebrano la conquista della Dacia (Romania e Moldavia) e che oggi si trova nel complesso archeologico dei Fori Imperiali.
Parte del Foro è miracolosamente giunto fino a noi. E proprio in quel che resta del complesso traiano, le straordinarie costruzioni conosciute come Mercati Traianei che si allestisce la mostra Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa ideata da Claudio Parisi Presicce e curata da Marina Milella, Simone Pastor, Lucrezia Ungaro, dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018,
Il ruolo fondamentale delle 3 donne della sua vita
L’esposizione, composta da reperti provenienti da musei e spazi archeologici italiani e stranieri, è dotata d’installazioni multimediali e interattive, che restituiscono modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati che permettono al visitatore di immergersi nella storia dell’Impero.
Ma soprattutto una mostra che mette in rilievo, come mai accaduto, la grande importanza nelle vita e nelle gesta dell’Optimus Princeps, l’influenza di 3 donne: la moglie Plotina, la sorella Marciana e la nipote Matidia. Sottaciuta dagli storici dell’antichità, la rilevanza delle 3 figure femminile è emersa dalle ricerche archeologiche.
Di Plotina, sempre accanto al marito, un papiro ha rilevato il suo compito di risolvere una diatriba fra ebrei e gli abitanti di Alessandria d’Egitto. Fu Plotina a portare Roma, in un’urna d’oro le ceneri di Traiano morto in Cilicia, probabilmente per un’infezione trascurata, e a tenerle saldamente in mano sul carro del vincitore, durante il corteo funebre che si svolse a Roma. E fu Plotina l’artefice della designazione di Adriano come imperatore adottivo, successore di Traiano, e fare si che lo stesso Adriano sposasse Sabina. Le 3 donne godevano di grandi ricchezze proprie e furono grandi benefattrici sia a Roma sia nelle provincie dell’Impero.
L’Arco di Ancona, giunto fino a noi, fatto erigere dal Senato e dalla popolazione della città come ringraziamento all’Imperatore che a proprie spese, aveva fatto ampliare il porto di Ancona, accanto a Traiano sono raffigurate Plotina e Marciana. Segno che l’importanza e il potere delle 2 donne erano ben conosciuti e riconosciute. La stessa Marciana, alla sua morte, venne divinizzata: fatto mai accaduto per la sorella di un imperatore.