Regione Lazio. Approvata la prima legge italiana contro il bullismo
“Approvata la legge contro il bullismo, siamo la prima Regione in Italia. Basta con i convegni sul tema, servono azioni concrete, ecco perché non lasceremo mai solo chi rischia di subire o subisce discriminazioni.” così Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio ha annunciato, sulla sua pagina Facebook, l’approvazione della legge regionale contro il bullismo e cyber bullismo.
Ci riferiamo alla legge 202 Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo, presentata al Consiglio il 23 ottobre del 2014 e approvata lo scorso 2 marzo 2016, con 24 voti favorevoli e 8 astenuti.
La legge che si pone l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e del cyber bullismo e di sostenere i ragazzi che ne sono stati vittime. Consta di 7 articoli e prevede lo stanziamento di 600,000 euro, suddiviso in 100,000 euro per l’anno 2015 e 250,000 per ogni anno dei due successivi, per finanziare la realizzazione di:
– corsi di preparazione e specializzazione per il personale a contatto con i bambini e gli adolescenti;
– la creazione di sportelli di ascolto nelle scuole;
– programmi di sostegno per le giovani vittime del bullismo e per i loro genitori;
– istituzione di una Consulta regionale, i cui membri parteciperanno a titolo gratuito;
– investimenti in campagne di sensibilizzazione di un fenomeno in preoccupante crescita;
Nel Lazio, infatti, la percentuale degli alunni delle scuole elementari e medie, vittime di bullismo, raggiunge il 41,5%, della popolazione scolastica, come dichiara a Dire Giovani, Massimiliano Valeriani, primo firmatario della legge, per proseguire: “Il dato più alto tra le cinque province è di Roma, con un picco del 45%; un 15% in più rispetto alla media nazionale. Un triste primato che noi, con l’approvazione di questa legge, speriamo di poter abbattere”.
Per affrontare e contrastare il fenomeno, come leggiamo nel testo di legge, è necessario anzitutto saper individuare i segni e i sintomi del bullismo che sono spesso manifestazione di disagio interiore e/o di relazione; disagi determinati, spesso, da un cattivo esempio familiare se non da una totale mancanza di attenzione e cura familiare. E saperli riconoscere significa saper distinguere tra bullismo, devianza, violenza e, soprattutto, reato.
Al tempo stesso saper scorgere nel bullismo la configurazione di reati come la discriminazione, il vandalismo e la microcriminalità. Occorre quindi creare programmi strutture a lungo termine in grado di coinvolgere attivamente la famiglia, la scuola, e le istituzioni territoriali in una “prospettiva di corresponsabilità e co-progettazione”, e di condivisione dei valori etici fondamentali ai quali fare riferimento per ogni iniziativa intrapresa, in base alla “conoscenza e rispetto delle caratteristiche socio culturali di ciascun territorio nel quale s’interviene”.
Di conseguenza gli attori che riceveranno i finanziamenti per la realizzazione di quanto prevede la legge 202, saranno i Comuni, i Municipi, gli enti locali, le scuole, le Asl e le associazioni del settore, perché, come chiosa Massimiliano Valeriani “Vogliamo mettere a disposizione delle istituzioni territoriali un insieme di opportunità, risorse e strumenti di supporto perché la prevenzione e il contrasto al bullismo, sono azioni di sistema.”
Nel frattempo, la legge sul bullismo a livello nazionale giace in Parlamento. Presentata in Parlamento il 23 gennaio 2014, la proposta di legge 1986, prima firmataria Micaela Campagna del Partito democratico, contempla sia la prevenzione e il contrasto sia la repressione del bullismo e del cyber bullismo. Il disegno di legge ha iniziato il suo iter parlamentare il 29 maggio 2014, dopo di che è stata sancita un’indagine conoscitiva, tutt’ora in corso.
Fonti
www.diregiovani.it
atticrl.regione.lazio.it