Perché i monumenti romani resistono al passare del tempo

Studio Utah University sulla resistenza costruzioni romaneÈ l’acqua marina che rende se non indistruttibili, certamente capaci di affrontare le calamità naturali, le costruzioni degli antichi romani.

A rivelarlo è  uno studio compiuto dall’Utah University, guidato da Marie Jackson e pubblicato dalla rivista American Mineralogist.

I ricercatori hanno studiato ai raggi x, varie strutture antiche fra le quali  i resti delle infrastrutture portuali del Portus Cosanus a Orbetello (Toscana), risalenti al I secolo a. C.

Gli elementi invincibili che hanno individuato i ricercatori sono la cenere vulcanica, la calce viva e l’acqua di mare. Secondo lo studio statunitense l’acqua del mare, spinta dalle onde, interagisce con le ceneri vulcaniche e la calce viva determinando un processo chimico, simile alla formazione dei cristalli delle rocce vulcaniche, che continua anche quando il calcestruzzo si secca.

In particolare secondo gli autori della ricerca, l’acqua marina dissolvendo gli elementi della cenere vulcanica, permetteva la crescita di nuovi minerali, tra i quali l’ A-tobermorite alluminosa e la phillipsite, la cui interazione e stratificazione ha aumentato la resistenza del calcestruzzo.

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