Pewec 2.0. Onda su onda, l’energia pulita arriva dal mare
Un dispositivo che produce energia pulita sfruttando il movimento delle onde. Si tratta di Pewec, progetto italiano del Politecnico di Torino e dell’Enea, che consiste nella realizzazione di un convertitore di onde marine in energia elettrica, studiato appositamente per le caratteristiche delle onde del Mediterraneo di piccola altezza e alta frequenza.
“Un sistema low-cost di produzione di energia dal mare – spiega una nota dell’Enea – particolarmente interessante per le tante piccole isole italiane energeticamente non autosufficienti” alimentate, infatti, da centrali a gasolio, costose e inquinanti.
Pewec, anzi Pewec 2.0, si presenta come un galleggiante di piccole dimensioni (lungo 15 metri, largo 23 e alto 7,5, per un peso comprensivo di zavorra di oltre 1.000 tonnellate), ma capace di stare in mare aperto. Questa seconda versione “presenta alcune migliorie tecnologiche – specifica Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio Enea.
“Si tratta di un prototipo in scala 1:25, testato presso la Vasca Navale dell’Università Federico II di Napoli per verificarne la risposta dello scafo e degli ormeggi a onde estreme. Abbiamo esposto il dispositivo hi-tech a una serie di onde particolarmente alte (in scala) sia regolari che irregolari, generate artificialmente all’interno del bacino di test, evidenziando un’ottima capacità di tenuta e di produzione elettrica del sistema anche in condizione estreme – presegue Sannino -.Questo tipo di prove è fondamentale per valutare le prestazioni e la resistenza dei convertitori anche in situazioni critiche di onde da tempesta”.
Il prossimo passo è la realizzazione di Pewec in scala 1:1, da installare nella costa occidentale della Sardegna e il Canale di Sicilia, luoghi le cui coste sono considerate le “più energiche” del Mediterraneo.
Sono più di 50 le isole minori in Italia con una popolazione media di circa 2500 abitanti e con un consumo medio pro-capite di 6 kWh/g; un costo energetico molto elevato. Quindi “una decina di questi dispositivi – che possono produrre energia elettrica per un paese di 3mila abitanti – contribuirebbero in modo significativo a contrastare i fenomeni d’inquinamento e di erosione attraverso la riduzione dell’energia delle onde che s’infrangono sulla costa, senza impattare in maniera significativa su flora e fauna marine” conclude Sannino.
Lo sviluppo dell’energia marina (sia dalle correnti di mare sia dal moto ondoso) come fonte esente da emissione di gas serra e a basso costo e flessibile, si sta convertendo tra le opzioni più promettenti fra le rinnovabili. Per l’Unione Europea rappresenta uno degli asset strategici per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050.