NMN, il promettente medicinale anti-età
La longevità ha reso floridissimo il mercato sanitario dei prodotti antietà. Ma l’eccessiva domanda e l’elevato margine di profitto fanno sì che molti di questi prodotti siano posti alla vendita senza gli adeguati test di sicurezza e/o senza valutare tutti i loro effetti che potrebbero rivelare sorprese anche positive.
Pertanto gli autori della ricerca, pubblicata su sciencedirect.com con titolo Nicotinamide mononucleotide (NMN), promesse e preoccupazioni, prima firma Harshani Nadeeshani, richiama all’importanza fondamentale di condurre “indagini scientifiche precliniche e cliniche attente, complete e graduali”.
I ricercatori si soffermano sul nicotinamide mononucleotide (NMN), un nucleotide¹ che sta ricevendo sempre maggiori consensi come promettente prodotto anti-età, consigliato a tutte quelle persone che pur continuando ad avere le capacità per le consuete attività quotidiane presentano un lieve deficit cognitivo, che si stima colpisca circa il 20% della popolazione degli over sessantacinquenni.
Numerosi studi tra i quali “colture cellulari, modelli animali e studi clinici sull’essere umano”, riporta la ricerca in questione, mettono in evidenza altri usi farmacologici e terapeutici dell’NMN e stimola ulteriori ricerche sull’NMN, come trattamento farmacologico efficace nel contrasto alle malattie legate all’età.
Oltre al già citato ausilio per lieve deficit cognitivo, l’NMN sembra mostrare riflessi positivi verso altre patologie neurodegenerative ed è considerato efficace anche per le lesioni corneali, la degenerazione maculare e retinica, malattie renali e malattie epatiche alcoliche.
L’NMN è descritto come una fonte di energia cellulare e un intermedio nella biosintesi del NAD (nicotinammide adenin dinucleotide), coenzima che trasforma il cibo in energia. Presente in ogni cellula del corpo, il NAD si adopera come trasferitore degli elettroni in molte reazioni chimiche di ossidoriduzione in due forme: NAD+ e NADH con quest’ultima che contiene 2 elettroni in più rispetto alla prima.
L’avanzare dell’età, ma anche l’iperglicemia, l’alcolismo o l’iperalimentazione sono tra le cause che abbassano i livelli di NAD+ e la sua capacità di sintesi, con conseguenze quali la ridotta funzione mitocondriale, a sua volta causa dell’invecchiamento, e la diminuzione dell’attività di SIRT1².
La riduzione della funzione mitocondriale potrebbe essere invertita, scrivono gli autori dello studio, aumentando i livelli di NAD+ con gli integratori alimentari di NMN che è presente in forma naturale anche in “una varietà di fonti alimentari vegetali (broccoli, gli avocado e i cetrioli, ndr) e animali (lette, pesce, pollo, ndr).
“La somministrazione di NMN – concludono i ricercatori – può anche ripristinare l‘espressione genica legata al ritmo circadiano, alla risposta infiammatoria e allo stress ossidativo e migliorare la sensibilità epatica all’insulina, in parte mediante l’attivazione di SIRT1”.
¹nucleotide: composto chimico organico costituito da una base azotata (purina o pirimidina), da un pentosio (ribosio o desossiribosio) e da uno o più residui di acido fosforico; sono composti di nucleotidi il DNA, l’RNA e l’ATP;
²SIRT1: enzima che deacetila le proteine che contribuiscono alla regolazione cellulare in risposta a fattori di stress e nella longevità