Un New Deal contro lo sballo
La generazione nata dopo il 1990 vive in un alternarsi di speranze e delusioni, avere 20 o 30 anni vuol dire andare incontro all’ignoto. “Che cosa farò da grande?” Tutti si pongono questa domanda ma pochi riescono a trasformare questo interrogativo in una possibile programmazione del loro futuro.
La scuola porta alla soglia di quel passaggio a livello che i giovani non riescono ad aprire perché affrontare quella barriera diventa sempre più difficile anche se devono essere consapevoli che senza istruzione non sapranno nemmeno avvicinarla e troveranno tutti gli sbarramenti ermeticamente chiusi davanti a loro. Ma quanti sono preparati e pronti ad iniziare la marcia della vita futura consapevoli di avere la forza ed il coraggio necessario?
Quando penso agli anni ’60 e ’70, pur rivedendomi impegnata in lavori massacranti, sia dal lato fisico che mentale, non riesco a cancellare né a rimproverarmi per quel periodo vissuto senza svaghi, divertimenti, viaggi, studi piacevoli, perché allora si lavorava intensamente a tal punto che non ci era concesso nessun spazio da dedicare a noi stessi.
Così si è costruita un’Italia laboriosa, così i figlioli sono cresciuti con insegnamenti positivi ed abbiamo preparato per loro un futuro più facile. Sì, non c’era vita senza errori, sì, pur amandoli, abbiamo reso troppo facile i loro anni giovanili. Dare troppo in ogni occasione ha aperto non una porta ma un portone e nel volere dar loro sempre di più li abbiamo resi troppo egoisti.
Parole retoriche, vecchie, che ci vengono rinfacciate come ammuffite e senza senso. I tempi sono cambiati, è un refrain monotono, ma se guardiamo in faccia la realtà bisogna riconoscere che i genitori sono importanti perché sono i nostri primi maestri, debbono insegnarci che cos’è il bene ed il male ma poi….vincono sempre gli slogan, la pubblicità.
Gli amici che sembrano più “fichi”, e la voglia di dimostrarsi più furbi è una scommessa, il possedere abiti firmati equivale ad emarginare coloro che non li hanno e così li fa sentire più importanti. Se si potesse diventare invisibili e stare in mezzo ad un gruppo di amici o pseudo tali, ed ascoltare i loro discorsi, non ci resterebbe che scandalizzarci. Stabilire un rapporto genitori-figli adolescenti è un’impresa difficile e così il parallelo tra ieri ed oggi apre un solco difficilmente colmabile.
Ecco perché le stragi del sabato sera, alcuni suicidi senza motivo apparente, devono portarci a far rallentare i nostri ritmi di vita, e chiederci più spesso se non sarebbe meglio tornare ad essere quelli di 50 anni fa. Ma dato che tornare indietro è impossibile fermiamoci e cominciamo a pensare che se la globalizzazione ha portato il mondo in casa, meglio sarebbe ricreare la nostra casa come un rifugio e aprire quel colloquio tra tutti i componenti di ogni famiglia, quel nucleo che purtroppo oggi si sta sfaldando sempre più.
Non tutto è perduto, certo, c’è un volontariato che si impegna in molti settori, si vedono padri con il proprio bimbo in braccio, prima era una rarità, si vedono bimbi o bimbe che corrono felici incontro alle mamme all’uscita degli asili, e che dire dei nonni che dopo aver cresciuto i figli amano il doppio i loro nipoti e sono un aiuto insostituibile nell’ambito famigliare.
Immagini che fanno bene al cuore, difendiamole con tutte le forze e affianchiamoci ai giovani facendo loro capire che non è con lo “sballo” che si risolvono i problemi e poi perché non difendere la propria vita che è la cosa più importante e meravigliosa che ci è stata regalata. Se un detto del passato diceva così: “Vita breve, pochi peccati” oggi è meglio dire: “Se vivi a lungo farai tutte le esperienze possibili e più ne farai più scoprirai che non hai imparato abbastanza e che la vita ti insegnerà sempre qualcosa”
Un’altra filastrocca che mi veniva sempre ripetuta era: “Allenati mentre gli altri dormono, studia mentre gli altri escono, resisti mentre gli altri mollano, alla fine tu vivrai quello che gli altri hanno solo sognato”. Occorre dunque far parte di un mondo che non si arrende e che trasformi in un “New Deal” i nostri sogni perché solo grazie ai nostri pensieri positivi riusciremo a gettare davanti a noi quella piattaforma che ci offrirà nuove opportunità.
Immagine di copertina: “Industrial,” pittura a olio di Dacre F. Boulton