La tavola ritrovata
Il nostro rapporto con il cibo sta cambiando giorno dopo giorno. Non c’è più il tempo di cucinare, sedersi intorno ad una tavola, avere la possibilità di raccontare i piccoli aneddoti della propria vita a parenti ed amici. Ci si incontra in un fast food, una pizzeria, in una tavola calda ove il rumore la fa da padrone.
Il tempo di ordinare, avere tra le mani magari un forchetta di plastica, un tovagliolo di carta, i poi “buttar giù” in fretta, senza nemmeno recepire il sapore di ciò che inghiottiamo, e via, ci aspetta l’ufficio, un capo che ci deve incaricare di qualche cosa. E se ti rifiuti di andare ad una cena in piedi, sei giudicata “vecchia” dell’altro secolo.
Perché allora insegnare tante ricette ed il più delle volte stravaganti, quando poi il tempo per eseguirle non c’è mai? Se si entra in un supermercato, davanti ai freezer ci sono persone di tutte le età. Le mamme con i carrelli pieni di merendine, di verdure già pulite, di carni pronte all’uso ecc. Poi ci sono gli anziani soli che acquistano porzioni singole di primi piatti, di panini preconfezionati, di un frutto solo perché troppo caro.
La pubblicità è un veicolo che corre velocissimo e tutti vi salgono sopra prima o poi. Mangiare a casa invece voleva dire tramandare le pietanze delle generazioni passate a far conoscere le tradizioni provenienti dai luoghi d’origine.
Ma avete mai provato a guardare gli occhi un figlio od un nipote quando li si invita a pranzo? Brillano di una luce diversa e già sanno che mangeranno cibi diversi dal solito ed oltre tutto godranno di quella tavola apparecchiata come si usava una volta.
Era un piacere, nelle feste dell’anno più importanti, fare sfoggio di posateria, cristalleria e tovaglieria di pregio, era il corredo della mamma o della nonna che finalmente rivedeva la luce, “prendeva aria” come si suol dire. Il mangiare insieme voleva dire che la famiglia esisteva ancora.
I preparativi dei pranzi erano lunghi ma le abilità culinarie delle donne di casa avevano un successo straordinario. Oggi tutti sembrano esseri simili tra loro, piluccano assaggini con l’aperitivo, la pizza è sempre il loro pasto principale, e per quando buona possa essere è quasi sempre fredda e manca per così dire di calore umano, semplicemente perché senza identità specifica. Sono questi i consumi odierni che livellano la nostra società e che fa del denaro il simbolo più importante ed insostituibile.
Lungi da noi demonizzare i ristoranti o le pizzerie, la vita concede pochi spazi ed il tempo del dialogo è sempre più ristretto. È giusto quindi prendere atto che parlarsi è la sorgente delle relazioni umane. Lo si può fare anche intorno ad un tavolo, ad una festa di compleanno, ad una ricorrenza famigliare, dove “Tutto può succedere”.
E quando proprio la vita, nella sua durezza, divide le persone, facciamo sempre più fatica a capire che non saremo più in grado di ritrovarci. Così la casa è il luogo dove aspetti sempre qualcuno e perché vuoi dirgli: io ci sono. Aggiungere un posto a tavola è bellissimo, perché in ogni istante sai che su quel desco è passata tutta la tua vita.