Humza Arshad, youtuber musulmano che combatte il terrore e gli stereotipi contro la sua cultura

Cosa significa essere musulmano oggi con sulle spalle il retaggio del terrorismo attualizzato dagli attentati di ]? A questa domanda vuole rispondere Humza Arshad, artista britannico di origine pachistana che con il suo lavoro, improntato sull’umorismo e comicità,  si prefigge una duplice missione: contrastare l’estremismo e smontare i falsi miti verso la sua cultura e la sua comunità.

Humza Arshad, nato a Londra nel 1985, proviene da una formazione di arte drammatica. Determinato a evitare di essere ingabbiato negli stereotipati steccati che l’industria artistica gli riserva – in quanto musulmano –  nel 2009 apre il suo canale su Youtube e nel 2010 inizia a pubblicare i video della serie satirica di cui è autore e interprete: Diary of a Bad Man. Il titolo della serie si rifà a Diario di un pazzo di Gogol. Il primo episodio della serie, girato nel suo appartamento nel quartiere londinese di Streatham – a tutt’oggi il set delle sue produzioni – è un manifesto della sua arte: mettendo in rilievo la crisi d’identità, la confusione tipica di chi nasce e cresce fra due culture distinte dichiara: “Sono un giovane musulmano pachistano e britannico: quando sei tutto questo è difficile trovare la propria identità.  Io lo sono (confuso ndr) e anche il mio personaggio lo è. Credo che molte persone s’identificano in questa confusione. Con il mio lavoro aspiro a far comprendere che è bello essere chi si è”.    Al tempo stesso, dicevamo, Arshad vuole diradare la nebbia che si addensa sui musulmani, che offusca le idee e porta all’equazione: musulmano uguale a terrorista.  “Ci sono tante notizie” continua il giovane Arshad “che relazionano il terrorismo con l’essere musulmano. Anch’io quando c’è un attentato, penso automaticamente alla matrice islamica: Che cosa avranno fatto ora?, mi chiedo. È orribile. Voglio dare il mio contributo nel contrasto di questa percezione, perché solo una piccola percentuale di musulmani è terrorista. Se tutti lo fossimo, allora sì che il mondo avrebbe un vero problema! In realtà professiamo una religione pacifica, siamo gente normale”. Assicura Arshad “Io non sono un politico né l’uomo più intelligente. Faccio battute, ecco perché sono qui. Ma in un simile contesto, qualcuno deve pur fare un passo avanti, rappresentare la propria comunità e cercare di smantellare i falsi miti”.

Consapevole della responsabilità che gli deriva dall’essere un idolo di un pubblico che in molti casi non raggiunge la maggiore età, dal 2011 Humza Arshad collabora con la polizia, andando nelle scuole per allertare gli alunni contro l’estremismo islamico e del 2016 è ambasciatore della Creators for Change, un programma di YouTube dedicato agli artisti che oltre ad intrattenere cercano di sensibilizzare contro l’odio e il radicalismo.
Arshad è consapevole che con il suo messaggio potrebbe diventare egli stesso bersaglio del fanatismo religioso. Ammette di essersi posto il dilemma ma si è dato e ci dà la seguente risposta: “:C’è sempre un messaggio nei miei video, perchè non concepisco il mio lavoro in modo diverso da come lo faccio. Non voglio fare commedia che insulsa e sensa senso”.

Ridere sì, riflettere sempre.

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