Scuola 3.0 preogativa nazionale o locale?
Tanti elementi legati al coronavirus stanno emergendo in questi giorni, fattori tutti che contribuisono a dare una misura di tutte le cose. Un segnale forse per riflettere sulle nostre paure, scoscese d’improvviso sul quotidiano. Chiudevano i porti nella calda, scorsa estate. A quanto pare, però, chiusa una porta non si apre un portone, bensì si sbarrano gli accessi in tutto il mondo all’italica gente Nemesi storiaca, maestra indeggerima.
Così, mentre ci chiediamo quale possa essere la sorte delle aree cosidette rosse costrette all’isolamento, continuiamo a ribadire che un’epidemia al sud sarebbe incontenibile.
Sebbene il presidente Mattarella abbia ribadito la necessità di avere fiducia nell’Italia, buona parte dell’informazione tende ad amplificare il divario fra nord e sud. Anche se, paradosso dei tempi, i fatti smentiscono l’eterna forbice.
Sorvolando, volutamente le questioni legate ai focolai nordici, risultano tuttavie opportune talune considerazioni. Dopo la chiusura forzata delle scuole di ogni ordine e grado si è cominciato a declamare che lassù, al nord, questa sospensione straordinaria poteva essere superata grazie alle avanguardie formative locali, ossia lezioni on line. Futurismo di inizio secolo o da fine del mondo?
Ma la Scuola 3.0 è prerogativa locale o nazionale?
Attenzione. L’istruzione pubblica è nazionale, un sistema egualmente ditribuito su tutto il territorio nazionale. Bisognerebbe aguzzare la vista, pulendo gli occhiali da ombre di pregiudizi. Operazione complessa a quanto pare, visto che emergono commenti imprudenti di opioninisti, operatori acritici dell’informazione, volti a rinsaldare le annose differenze. Eppure, il nostro caloroso merdione sorprede, come sempre continua a farlo. Avete mai fatto un giro per le realtà scolastiche da Roma in giù? Provate potreste scoprire realtà interessanti e innovative. Piattaforme del sapere e del con-dividere.
A Brindisi ad esempio l’istituto Majorana capitanato dal dirigente Salvatore Giuliano (ex sottosegretario all’istruzione), si presenta come un’istituto all’avanguardia che da dieci anni ha visto l’introduzione del progetto book in progress.
Si tratta di un’iniziativa volta ad utilizzare libri creati dai docenti in relazione ai bisogni dei e delle discenti si in versione cartacea che digitale. Testi nei contesti. Ancora in Puglia, a Foggia nell’istituto Altamura-DaVinci il prof. Mauro Pompetti, già qualche anno fa si mise alla prova con una modalità innovativa d’insegnamento: coinvolgere studenti e studentesse in esperienze concrete come la costruzione di droni. Oggi nella sua nuova sede, l’Ipsia Pacinotti, realizza in classe e con la classe il primo banco di collaudo droni. Niente di vetusto neanche in Calabria, a Reggio Calabria., dove gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci, non hanno bisogno di ricorrere al calcolatore per fare i calcoli.
Ci fa piacere ricordare come la RobocupJunior (campionati di robotica tra le scuole) del 2018 dove parteciparono 180 team pronvenienti dalla diverse regioni itaiane; al primo posto per la categoria Rescue LIne U19 si classificò la squadra toscana BlackOut 2.0, al secondo e al terzo posto le squadre calabresi RoboCas Calabria e Team Vision.
Continuare a spingere sull’acceleratore nordista, significa restringere gli orizzonti, bloccare le energie che scorrono in lungo e in largo lo stivale, significa reprimere ogni possibilità di futuro.