Namibia. L’Alta Corte concede la cittadinanza al figlio di una coppia gay
L’Alta Corte in Namibia (Paese dell’Africa Sud- Occidentale) ha concesso la cittadinanza a un figlio di due anni figlio di una coppia gay, nato con la pratica della gestazione per altri.
Il governo, riferisce bbc.com, si era rifiutato di dare la cittadinanza al ragazzo, nato in Sudafrica, dicendo che doveva fare un test di paternità: decisione annullata dalla sentenza dell’Alta Corte.
La coppia, formata dal namibiano Philip Lühl e dal marito il messicano Guillermo Delgado, ha già due figlie gemelle, anch’esse nate in Sudafrica tramite maternità surrogata.
La controversa legale era nata all’inizio del 2021 per la possibilità espressa da Lühl di portare i figli in Namibia.
L’avvocato della coppia Uno Katjipuka-Sibolile ha affermato che i bambini dovrebbero poter ottenere la cittadinanza in Namibia.
“Questo è un passo nella giusta direzione” ha detto Lühl fuori dal tribunale.
La sentenza, infatti, rappresenta un’importante vittoria per le coppie gay in Namibia, dove l’omosessualità maschile è ancora illegale.
Al contrario dell’omosessualità femminile, in Namibia quella maschile rimane un crimine secondo le vetuste leggi coloniali olandesi imposte dal Sud-Africa durante la sua dominazione e che la Namibia ha mantenuto anche dopo aver conquistato l’indipendenza nel 1990. Però da allora, secondo fonti aggiornate, la legge contro la sodomia non è stata mai applicata.
Le persone della comunità LGBTQ+ non godono di tutele poiché le discriminazioni per orientamento sessuale o identità di genere non sono vietate. Le famiglie maschili non beneficano delle stesse tutele legali delle coppie di lesbiche e, naturalmente, eterosessuali.
Tuttavia le sentenze dei tribunali stanno demolendo la legge. Prima della sentenza in questione, altre sono state emesse a favore delle coppie gay maschili.
Inoltre nel 2016 il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite pubblicando il rapporto a Windhoek, capitale della Namibia, ha chiesto al Paese di abolire le leggi sulla sodomia. All’appello del Comitato, John Walters, difensore civico della Namibia, a capo dell’ufficio incaricato della promozione e protezione dei diritti umani, ha affermato che le persone dovrebbero essere libere di vivere le loro vite come meglio credono.
Una posizione quella di Walters condivisa dall’opinione pubblica come ha dimostrato il sondaggio effettuato da Afrobarometer sempre nel 2016, quando è emerso che il 55% della popolazione “ gradirebbe o non sarebbe infastidito dall’avere un vicino omosessuale”.