PMA. Cercasi biologi non obiettori
A 2 giorni di distanza dal caso del nosocomio del San Camillo di Roma, il 24 febbraio è giunta la notizia che il Centro di procreazione assistita (PMA) dell’ospedale San Luca di Trecenta (Rovigo) ha assunto 2 biologhe con un bando di assunzione che esplicitamente escludeva gli obiettori di coscienza.
Come ha riportato il quotidiano Il Gazzettino.it, le 2 nuove professioniste sono state selezionate con un bando che precisava che l’obiezione costitutiva “una giusta causa di recesso dell’Azienda, giacché la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”.
Ricorrere a questa pratica è stata per il Centro una scelta obbligata dopo che 2 biologhe interne, assunte nel 2009 e che nel 2014 si sono dichiarate obiettrici di coscienza, mettendo a rischio la continuità del servizio (pubblico) dello stesso Centro, verso le 150 coppie attuali e le 320 in attesa.
Domenico Compostella, direttore dell’USL 18 di Rovigo, precisando che già nel 2015 il servizio era stato messo in crisi a causa di una carenza di biologhe e “che non potevano ritrovarsi poi nella situazione già vissuta, di non avere personale disponibile a praticare l’attività per cui è stato assunto“, ha dichiarato che “l’obiettivo è di assicurare la continuità dell’attività, anche perché l’erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra nei Lea. E la figura del biologo è fondamentale”.
Per la formulazione del bando Domenico Compostella ha interpellato gli esperti giuridico – amministrativi che hanno escluso che il bando con la precisazione di “giusta causa” per l’eventuale recesso, violi alcuna norma, vista l’attività specifica che queste figure professionali sono chiamate a svolgere.