Buon 2025. In nome di un cammino eretico di salvezza
All’inizio di questo nuovo anno, il nostro augurio più sincero è che si possa costruire insieme un cammino di pace, non solo verso il mondo esterno, ma anche e soprattutto dentro noi stessi. Viviamo in una società che ci spinge sempre più verso l’egocentrismo, sia nelle piccole che nelle grandi cose della vita. Anche quando affrontiamo temi che riguardano gli altri, troppo spesso mettiamo al primo posto il nostro modo di vedere, le nostre ragioni, il nostro ego.
Questo egocentrismo, tuttavia, non è solo il prodotto delle nostre scelte personali, ma anche di una cultura dominante che ci incoraggia a perseguire il successo individuale a discapito della singolarità e della relazione.
Nei rapporti quotidiani, nei dibattiti pubblici, nelle decisioni che plasmano il futuro, sembriamo incapaci di mettere da parte le nostre prospettive per accogliere veramente quelle altrui. E allora, facciamo tutti un passo indietro. Non per rinunciare a noi stessi, ma per aprirci a un ascolto autentico. Un ascolto in cui le ragioni dell’altro non si sovrappongano alle nostre, ma si abbraccino, con l’obiettivo di una comprensione sostanziale, che vada al di là di una semplice intesa superficiale.
Immaginiamo un mondo in cui le differenze non siano motivo di conflitto, ma di arricchimento reciproco. Questo richiede un lavoro profondo su noi stessi: liberarci da ogni forma di retorica, per ri-trovare l’autenticità dell’essere, quell’essere che spesso rimane intrappolato in un desiderio miserevole di sopraffazione e di apparenza.
Troppe volte, nella nostra ansia di affermarci, perdiamo di vista il valore dell’altro. Il nuovo anno potrebbe essere occasione, per fermarci “in movimento” e ri-conoscere il prossimo, non come un avversario o un rivale, ma come qualcun* che cammina accanto a noi.
La ri-conoscenza dell’altro non è solo un gesto morale, ma una necessità per il nostro stesso futuro che ci mette in condizione di rifuggire da ogni ideologia socio-politica che consolida muri di rifiuto, trincee di odio e portaerei di distruzione, in cui alle persone in erba si nega il diritto di in nome di campi sterminati di guerra e conflitti. La fragilità umana, così universale e condivisa, può trasformarsi in materiale sostenibile e rigenerante, capace di resistere ma anche di accogliere.
Vogliamo augurare che il 2025 sia un anno “eretico”, nel senso più puro del termine, facendo appello all’etimo della parola, dal greco hairetikós, che significa colui che sceglie.
Una scelta, dunque, per la realizzazione di una comunità di individui che siano “minoranza” nel rispetto di tutte le minoranze. Come sottolinea lo studioso e professore universitario, Luigi Marinelli, con la la profonda leggerezza che caratterizza la sua scrittura e la condivisione del suo sapere, nel testo Tra canone e molteplicità: letteratura e minoranze : “Tutti siamo, o meglio, dovremmo cercare di essere ‘minoranza’, perché l’unica possibilità di salvezza è l’Incontro.”
Marinelli ci ricorda, citando il filosofo Gilles Deleuze e lo psicanalista Félix Guattari, autori del libro Mille Piani che quando si elabora una coscienza universale minoritaria, ci si rivolge a potenze di divenire che appartengono a uno spazio diverso da quello del Potere e del Dominio.
“Finché una minoranza non ha un modello è un divenire, un processo. Si può dire che la maggioranza sia nessuno. Tutti, chi per un verso chi per un altro, sono presi in un divenire minoritario. (…) Quando una minoranza si crea dei modelli significa che vuole diventare maggioritaria, e ciò è senz’altro inevitabile per la sua sopravvivenza o la sua salvezza (per esempio avere uno Stato, essere riconosciuta, imporre i propri diritti)”.
Un divenire minoritario è un processo creativo, un atto di ribellione contro l’omologazione e la sottomissione alle logiche del potere. È un invito a vivere in una comunità che non si definisce per il numero, ma per la qualità delle relazioni che sa costruire.
Come redazione di abbanews, scegliamo per il 2025 la parola Salvezza, rifiutando Potere e Dominio, e ci auguriamo che, come individui e come comunità, nessuno di noi perda il processo creativo dell’essere “minoranza” come “maggioranza”. La salvezza risiede nell’Incontro, nella comprensione e nella scelta coraggiosa di abbracciare l’altro come parte del nostro cammino.
Buon anno, e che sia un anno di vera scelta per tutti noi.