Pompei. L’affresco dal tema sempre attuale

L’affresco. La storia si ripete – La rappresentazione di una famosa scena della mitologia greca è stata scoperta in una casa dell’antica città romana di Pompei. Sebbene sia stato dipinto quasi 2000 anni fa, è ancora attuale.

Sorprendente per la vivezza dei colori mantenuta dagli strati di cenere della colata del Vesuvio che seppellì la città nel 79 d.C., il dipinto è venuto alla luce durante i lavori di scavi intorno e all’interno della Casa di Leda.

Sebbene appartenga a un epoca lontana è un toccante riflesso dei tempi moderni. Raffigura  Frisso e Elle, fratelli – gemelli in fuga dalla matrigna Ino, che li voleva morti.  Fuga, come il mito racconta, che tentarono su un ariete con il vello d’oro, da dove uno dei fratelli, Elle cadendo in mare, diede il nome Ellesponto allo stretto dei Dardanelli.

“Con questo affresco, con due fuggitivi in mare dall’antica Grecia- ha commentato il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel –  mostra come la storia si ripete”.

Il dipinto, provvisto di cornice, è apparso agli archeologi su una parete giallo ocra finemente decorata.

Ma non è il solo.  Altre opere sono emerse con rappresentazioni di nature morte e ritratti femminili che saranno sottoposti alle operazioni di pulitura della cenere vulcanica, di consolidazione e di restauro.

I lavori del cantiere di Restauro, Scavo e Valorizzazione della Casa di Leda, riguardano gli ambienti emersi tra il 20218 e il 2019, oltre a quelli di altre due domus limitrofe.

Smettere di scavare e concentrarsi sulla conservazione?

È noto come l’eruzione del Vesuvio e il simultaneo terremoto, distruggendo la città, provocarono circa 3mila morti. Così come è risaputo che la sedimentazione delle ceneri ha reso possibile la conservazione di numerosi resti.

Se la classificazione di Pompei come patrimonio mondiale dell’UNESCO, riguarda circa un centinaio di ettari, l’area archeologica – secondo sito turistico più visitato d’Italia dopo il Colosseo di Roma – è formata da 66 ettari, un terzo dei quali ancora sotto le ceneri.

Gli esperti hanno recentemente dichiarato al National Geographic che si aspettano “di scoprire altri manufatti, dipinti e graffiti di uso quotidiano e anche vittime dell’eruzione vulcanica”.

Ma qui è il dilemma: stimando che comunque tra il 15 e il 25% della città rimarrà sepolto, molti archeologi iniziano a chiedersi se continuare a scavare o fermarsi.

Confidando nell’evoluzione tecnologica, infatti, gli specialisti vorrebbero puntare soprattutto sulla conservazione delle scoperte, piuttosto che sull’esplorazione. Robot dotati di intelligenza artificiale  aiutano nella ricostruzione di affreschi o ceramiche incomplete, riuscendo a riprodurre gli spazi in 3 dimensioni per comprendere l’originaria collocazione.

“Abbiamo abbastanza spazio a Pompei per accogliere il grande pubblico. Abbiamo abbastanza spazio scavato a Pompei perché la comunità accademica possa documentare ciò che è accaduto. Ciò che dobbiamo assolutamente fare è preservarlo al meglio per il futuro” . Con queste parole,  Steven Ellis, professore di archeologia romana all’Università di Cincinnati., si è fatto portavoce di una vasta area della comunità scientifica.

 

Immagine: Pompei, l’affresco appena ritrovato con altri quadri durante i lavori di scavi intorno e all’interno della Casa di Leda – Photo by pompeiisites.org

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