Parlesia. La lingua segreta della musica napoletana
I rapper napoletani Clementino e Gnut sono tra i protagonisti della canzone napoletana che da secoli nelle sue diverse dimensioni affascina musicisti, intenditori e amanti della musica.
Interessante e suggestivo in relazione alla lingua partenopea, l’origine di un linguaggio napoletano “segreto”: la parlesia.
La parlesia è un gergo dialettale, un linguaggio carbonaro inventato dai musicisti napoletani per poter comunicare fra loro in pubblico, senza farsi capire dai presenti.
Nasce con i posteggiatori, i gruppi musicali itineranti; la tradizione lo colloca fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il periodo fulgido della canzone napoletana classica.
Ma il libro La lingua segreta della musica napoletana, dove Valeria Saggese per minimumfax editore, ne ripercorre la storia, ne rimanda l’origine al medioevo, tramandata oralmente e legittimata dalla metà degli anni Sessanta del Novecento e portata in trionfo dai cantautori degli anni Settanta che tanto hanno innovato la canzone italiana, senza mai perdere di vista la tradizione napoletana.
James Senese, Eugenio Bennato, Tullio De Piscopo, il grande Pino Daniele e, il suo compagno di classe alle elementari, Enzo Gragnaniello, hanno fatto ricorso alla parlesia.
Soprattutto Pino Daniele: esempi ne sono il nome della sua etichetta discografica, bagaria, parola tipica del gergo o il testo della canzone dal titolo Tarambò – lo stesso termine con il quale definì il suo stilo, personalissima mescolanza tra blues e tarantella – che contiene molte parole della parlesia.
I cantautori la usavano come lingua antiaccademica, come segno di identità e appartenenza, finendo per sdoganarla e salvandola dall’oblio. Magari per poi ripudiarla, perché diventata di moda e, quindi, estranea al loro approccio creativo e culturale.
Valeria Saggese, nel suo testo ricco di interviste e aneddoti, seguendo il filo della ricostruzione filologica, linguistica e storica, racconta il gergo fino all’attuale evoluzione, ancora una volta attraverso le note delle nuove leve.
Contribuendo definitivamente alla preservazione di questa parte importante della cultura della canzone italiana.