Il più grande anno di elezioni della Storia
Oltre 4 miliardi di persone, più della metà dell’intera popolazione mondiale, voteranno nel 2024, che sarà “il più grande anno di elezioni della Storia” come ha scritto il britannico Economist, rivista d’informazione politica – economica.
Sono 76, su un totale complessivo globale di 193, i Paesi del mondo dove gli elettori saranno chiamati alle urne, fra i quali 8 dei 10 Stati più popolosi, quali Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti.
Ma non significa, prosegue il settimanale del Regno Unito e ripreso dall’agenzia agi.it, che il questo grande numero di votanti segnerà “una esplosione della democrazia”.
Elezioni libere ed eque. Non per tutti
Secondo il centro analisi Economist Intelligence Unit (EIU), infatti, tra i votanti soltanto in 43 dei 76 Paesi, godranno di elezioni libere ed eque, mentre 28 sono Stati privi dei requisiti essenziali per garantire la libera l’espressione popolare e la certezza del suo esito. Ad esempio in Bangladesh, Messico, Pakistan (regimi ibridi con una mistione di elementi democratici e autoritari), in Russia e in Iran (regimi autoritari) si prefigurano risultati pressoché immutabili rispetto ai governi attuali.
Dove e per chi si voterà
Complessivamente voteranno gli elettori di oltre 20 Paesi nell’Europa allargata, 16 in Africa, 11 in America, 11 in Asia e 4 in Oceania (compresa l’Australia, al voto in tre dei suoi Stati). Nella maggior parte dei Paesi, si tratta di elezioni generali, per rinnovare le assemblee legislative o il presidente o entrambi; ma ci sono anche molte elezioni locali (per esempio in Austria, Germania, Irlanda, Turchia, Brasile, Canada e India).
Gli appuntamenti elettorali più attesi
In ordine cronologico, le date delle elezioni i cui risultati influiranno significativamente sull’equilibrio geopolitico saranno le elezioni del 13 gennaio a Taiwan (con la Cina che vuole annettere l’isola – Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare, lo ha ribadito nel discorso di fine anno parlando di “sicura riunificazione” -, finora governata dal partito progressista e indipendentista), dal 6 al 9 giugno nell’Unione europea e il 5 novembre per la presidenza degli Stati Uniti d’America.
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