Gli snack, spezza fame o spezza salute?

Attenzione che gli snack non siano junk food (cibo spazzatura)! Non è una novità che sia molto dannoso, ma nonostante tutte le informazioni e gli avvertimenti sulla sua perniciosità per la salute, almeno negli Stati Uniti (ma temiamo anche nel nostro Paese) continua ad essere consumato tanto quanto l’equivalente di un pasto extra giornaliero.

A dirlo uno studio condotto presso la Ohio State University. I ricercatori hanno analizzato i dati dei sondaggi condotti su un ampio campione di più di 20mila persone* e sono giunti alla conclusione che gli adulti statunitensi consumano dalle 400 alle 500 calorie al giorno, mangiando snack con scarso valore nutritivo ma altro valore calorico pari a un quarto delle calorie e un terzo di zuccheri giornalieri.

Christopher Taylor, professore di dietetica medica presso la School of Health and Rehabilitation Sciences dell’Ohio State University e prima firma dell’indagine ha riferito che gli spuntini contribuiscono all’assunzione della quantità di un pasto in più, composto da carboidrati, zuccheri, poche proteine e poca frutta e senza verdure”.

Il risultato sulla salute è serio: lo studio conferma una correlazione tra le abitudini alimentari e determinate condizioni di salute come il diabete o l’obesità che negli USA è molto diffusa.

Secondo Taylor si dovrebbe evidenziare alle persone con livelli normali di glucosio nel sangue l’importanza di migliorare i propri comportamenti alimentari prima che sviluppino malattie croniche.

Piuttosto che concentrarsi su quali tipi di alimenti sono adatti per uno snack Taylor consiglia di stabilire il proprio quadro dietetico quotidiano in grado di soddisfare le proprie necessità nutrizionali: “Pensiamo a cosa preparare per il pranzo e cosa cucinare per la cena – dice – ma non pianifichiamo così i nostri spuntini” rimanendo “in balia di ciò che è disponibile al momento. È accessibilissimi in ogni ambiente di lavoro sono gli snack industriali.

La pianificazione dei pasti e forza di volontà aiutano più di una scelta selettiva di quali snack mangiare nel corso della giornata.

Lo studio è stato recentemente pubblicato su PLOS Global Public Health.

 

* 23.708 di adulti di età superiore ai 30 anni che dal 2005 al 2016 hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey fornendo ai ricercatori dati riferenti a quanto e quale cibo consumavano nell’arco delle 24 ore. Gli intervistati erano classificati secondo all’HbAc, una misura del controllo del glucosio suddivisi in 4 gruppi: non diabetici, prediabeti, diabete controllato e diabete scarsamente controllato. I risultati dell’indagine sul campione complessivo rivelano che gli snack rappresentano il 19,5 e il 22,4 dell’apporto energetico totale senza, dicevamo, un significativo contributo di qualità nutrizionale.

 

 

Immagine by iSAW Company -pexels.com

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