Mc Donalds mediceo. Leave o remain?

Mc DonaldsDire di no è un diritto. Firenzexit! Firenze con i suoi fiorentini non residenti sta dicendo no al fast ed è di nuovo pronta a rottamare. Senza adunarsi alla Leopolda, un grido unanime dalla rete si scaglia contro un colosso americano come Mc Donald’s.

Il sindaco Nardella in prima fila è perentorio nel pronunciare il suo dissenso all’apertura di un nuovo negozio della catena in piazza Duomo al cospetto della cupola del Brunelleschi.

Nonostante entro le cinta ci siano ben 9 Mc e tre Burger King, alcune a pochi metri dalla piazza incriminata, questa paventata apertura non risulterebbe agli occhi dell’inquino di Palazzo Vecchio affine al programma di difesa del dominio cittadino, Patrimonio dell’Umanità secondo l’Unesco che ha un regolamento per salvaguardare questa città, una delle più belle del mondo.

Un tempo una bomboniera, splendida e immortale. Un contenzioso  portato avanti dal giovane sindaco non solo contro la catena americana, ma nei riguardi di  tutti i fiorenti esercizi commerciali che di fiorentino hanno ben poco.  Mini market,fast food,  kebbari e negozi lontani dalle tipiche mesticherie ( ferramenta ndr).  In questa diatriba dialogica e non solo, il primo cittadino avrebbe chiamato in causa ristoratori e bottegai nostrani affinché aprano negozi a marchio italiano sotto l’opera immortale di Giotto e del Vasari. In tempo di crisi forse una bella utopia, o inflazionato populismo.

Focolai interni

Eppure questa vox populi non risponde di fatto alla volontà di tutti. Del resto, ci siamo abituati negli ultimi giorni a  siffatte incongruenze, magari di portata minore, chissà!! Dunque, l’opinione per ciò che concerne il nuovo Mc,  non sembrerebbe comune e c’è chi comunica un giudizio favorevole all’ apertura del negozio al posto dell’attuale rivenditore di articoli sportivi.

Un remain a tutti gli effetti: essere ancora una volta pro  libero mercato. A tal proposito l’assessore alle attività produttive del Comune, Giovanni Bettarini, sarebbe positivo all’avvio dei lavori laddove fosse possibile la fioritura  di un fast food  a filiera corta, ossia con prodotti tipici toscani, un Mady in Chianti (mc, appunto)!

Una prospettiva, questa, che dopo lunghe trattative avrebbe incontrato il consenso  della catena americana, disposta a creare uno spazio di nuova concezione. Dunque, al posto di un pasto a buon mercato consumato senza dare la giusta dignità a sapori e gusti, si procederebbe verso la costituzione di un luogo per la ristorazione a tutto tondo, innovativo per l’arredamento, nonché per la presenza attiva di camerieri ai tavoli. Infine, in corrispondenza a quanto dettato dal Regolamento Unesco, di cui Nardella si fa portavoce, in questo fast molto fastidioso, il cibo dovrebbe essere almeno per il 50%  locale. Tuttavia, i nuovi posti lavoro e la circolazione di prodotti regionali non fanno cedere di un passo il Sindaco.

Identità negate

Antiamericanismo della vecchia sinistra? Nazionalismo tornato in auge ? Autarchia alla stregua dei tempi che furono? E’ ormai consuetudine tacciare la  globalizzazione e farne l’unico fattore di cancellazione delle radici locali. In realtà la storia andrebbe rispolverata con metodo focalizzando l’attenzione non solo sulle antiche vestigia, bensì su ogni afflato di umanità che percorre le nostre vie in senso diacronico e sincronico. Ma riscoprire il come eravamo attraverso le strade cittadine sembrerebbe un’impresa ardua proprio nell’eterna Firenze, che di autoctono oggi ha veramente poco.

A parte i monumenti e la loro irremovibile sacralità, fonte di memoria, come e dove riscoprire le tracce del passato nella bella Fiorenza, signora del mondo? In una lunga tradizione di mestieri lontani, poco di moda proprio nella città che resta una delle più importanti passerelle della moda italiana. Bene, che fine hanno fatto le antiche botteghe alimentari, le pelletterie, le bancarelle del mercato di San Lorenzo, i negozi tessili della pregiata scuola fiorentina?

Colonizzate. In buona parte sono state toccate dall’onda anomala, forse non tanto, di stranieri divenuti titolari di un proprio negozio. Parimenti, il resto del manto cittadino è invaso da una fiumana di turisti provenienti da ogni parte del mondo, che richiamano attività di ogni genere anche abusive: artisti, più o meno, di strada, venditori con cianfrusaglie distese sul ciglio che fu mediceo.

Tutti inevitabilmente di passaggio, pronti a fuggire senza lasciare tracce. A parte ponte vecio dove le botteghe orafe resistono sull’Arno d’argento, molte delle contrade registrano un forte incremento di mini market arabi, di kebbabari, di negozi cinesi, gli stessi che si possono ritrovare a Roma, Milano, Torino. Si tratta  dei medesimi spazi commerciali che Nardella vorrebbe cancellare in nome del decoro, del rispetto, dell’identità fiorentina.

La storia è un Dio che presenzia le piccole cose

Eppure, ogni qual volta si presta l’orecchio al passato, si scopre che da sempre vocia fra gli usci aperti, popolati di gente che difende la propria casa da falsità ed inutili polemiche. Ebbene,  a Firenze di fiorentini doc ce ne sono davvero pochi. Infondo, qualcuno potrebbe sentenziare,  il capoluogo toscano è patrimonio di tutti. E questo è un bene, indubbio, sebbene la città dovrebbe vivere  ed essere vissuta giorno per giorno, senza incagliarsi nell’idea, obsoleta, di essere e rimanere un museo a cielo aperto da contemplare.

Un luogo svuotato di quella quotidianità fatta magari di esultanza viola (colore della maglia della Fiorentina, la squadra della città) o di delusione azzurra dopo la disfatta con la Germania. Pochi visi delusi l’altra sera in giro a Firenze! Molte lacrime, invece, sulle colline o nelle zone limitrofe dove abitano ormai i fiorentini.

In tempo di europei  non dimentichiamo di essere cittadini attivi del vecchio continente e probabili ospiti del mondo. E chi sente forte il dovere di ricordare, non dimentica i propri costumi e con fierezza, spuria da fanatismi estremi, rivendica la propria identità senza temere il nuovo se edificato nel rispetto delle regole.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.