Italia. Leadership dei siti Unesco Patrimonio dell’Umanità
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunito a Cracovia nella 41° sessione in corso, l’8 e il 9 luglio 2017 ha inserito nel Patrimonio dell’Umanità due ulteriori siti italiani.
Rispettivamente 10 antiche faggete pari a una superficie complessiva di 2127 ettari delle Foreste primordiali dei faggi e il sito “Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato di terra – Stato di mare occidentale”. Un sito transnazionale, quest’ultimo che raccoglie sistemi difensivi realizzati dalla Repubblica di Venezia, dopo la scoperta della polvere sparo, per l’Italia, la Croazia e il Montenegro: nazioni, quest’ultime legate alla Repubblica veneziana. I sistemi difensivi nell’area italiana sorgono a Bergamo, Palmanova (Udine) e Peschiera del Garda (Verona); in Croazia tra Zara e Sebenico e a Cattaro nel Montenegro.
La richiesta all’Unesco d’iscrivere il sito transnazionale dei sistemi difensivi era stata presentata dall’Italia insieme alla Croazia e al Montenegro a Parigi nel 2016.
Al momento delle proclamazioni si trovavano a Cracovia la Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unesco, il Mibact che ha coordinato i lavori per la candidatura e i sindaci dei Comuni deputati.
Con le ultime iscrizioni i siti italiani riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità salgono a 53 detenendo la leadersphip, seguiti dalla Cina con 52 siti.
Copertina: Opera difensiva veneziana di Peschiera del Garda