Klimt experience. L’arte oltre il tempo
Fino al 2 aprile 2017 la chiesa Santo Stefano, nei pressi di Ponte Vecchio a Firenze, apre le porte alla mostra Klimt Experience e si trasforma in spazio museale, particolarmente suggestivo, per le rappresentazioni multimediali.
Dopo Van Gogh Alive e Da Vinci Alive, una nuova esposizione immersiva, la chiesa sconsacrata si consacra definitivamente ad ospitare il futuro fatto di 30 proiettori laser che trasmettono su tutte le pareti immagini delle figure e dei paesaggi cari al pittore austriaco.
700 immagini riprodotte dal sistema Matrix-X Dimension si imprimono su ogni superficie, cosicché lo spettatore possa essere piacevolmente travolto in uno spazio senza dimensioni. Il pavimento, le pareti con le grandi arcate diventano un non-luogo, una radura invasa dai colori, dagli intarsi e dai maestosi decori che caratterizzano le opere di Klimt.
Danzano le immagini di donne, gli sguardi sensuali, le vesti dorate, i paesaggi sublimi. Si resta rapiti, storditi dalla vivacità estetica dell’artista e al contempo si mira la capacità dell’intera sua opera di prestarsi a nuove opportunità interpretative. L’enigmatico proprio dell’arte.
Klimt con il suo inconfondibile stile, si presta perfettamente all’istallazione di uno spettacolo interattivo. La tecnologia si fa ancella dell’arte. Questa esposizione, accanto alle altre esperienze museali di stampo multimediale, mostra come la fruibilità dischiuda infinite possibilità di creazione e ri-creazione.
Laddove si abbandona il conservatorismo radical chic che permette solo agli adepti di avvicendarsi nei capolavori dei grandi maestri, il successo di pubblico è garantito. Un trionfo, accentuato dalla quantità e varietà dei visitatori. Colpisce, infatti, vedere tanti bambini adagiati a terra sui tappeti sparsi sotto la grande navata. Sdraiati con le mani sul mento oppure supini o ancora seduti con le gambe incrociate; stranamente in silenzio, queste giovani menti sembrano completamente catturate dallo spettacolo fatto di sfumature e note che scendono dal cielo per giungere fino all’interno. Poi i genitori assorti, intenti a fare spazio nei meandri della proprio spazio emotivo
Dunque, in questa altalena di immagini e suoni le sorprese non mancano: d’improvviso appaiono immagini che raffigurano le architetture viennesi con le loro salde geometrie. Una plasticità rotta dalla presenza di alberi rigogliosi le cui foglie tremano, mosse da un vento virtuale che tuttavia scuote gli animi.
L’occhio fisso può addirittura sentirne il fruscio mentre la musica classica s-travolge lo spazio, conducendo lo spettatore in un viaggio onirico. Un circuito di senso ben articolato che non smette mai di arricchirsi e arricchire. Si passa dalla carrellata di quadri issati come vele al vento, ad approfondimenti nell’area introduttiva grazie al touch screen.
Le emozioni vengono alfine implementate dall’esperienza in 3D che immerge lo spettatore all’interno di cinque quadri di Klimt. Si fa un po’ di fila, d’accordo, ma ne vale la pena soprattutto per la sorpresa finale abilmente celata dalla giovane guida. Entusiasmo e meraviglia, componenti essenziali per com-prendere il significato di opere immortali, sempre e comunque capaci di aprire un nuovo mondo, forse rinnovabile.
E come invito a vivere e produrre arte, ci appropriamo della frase di Klimt, riportata sul sito della mostra:
“Nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche“.
La mostra è ideata e realizzata dal gruppo Crossmedia Group.