eVAX. Il nuovo vaccino italiano

“Economico, non ha bisogno di complesse formulazioni, può essere prodotto in larga scala e non ha necessità della catena del freddo” queste sono alcune delle caratteristiche del nuovo vaccino Covid-eVAX, il rimedio italiano contro il contagio da virus SarsCoV2, varianti incluse.

Compiuti nel marzo scorso gli esami preclinici è stata avviata la sperimentazione di Fase 1 e 2 tuttora in corso. I dati sono a disposizione sul sito BioRxiv, dove vengono pubblicati i lavori in divenire e/o non ancora sottoposti alla valutazione della comunità scientifica.

Ideato da Takis e sviluppato in collaborazione con Rottapharm Biochech e l’ Igea di Carpi (Modena), Covid-eVAX è diverso dalle altre piattaforme  già in uso (nello specifico RNA messaggero e a vettori virali). Si tratta, infatti, di un vaccino a DNA: ossia utilizza la tecnologia del DNA unita alla tecnica dell’elettroporazione che “facilita l’ingresso del DNA (utilizzando brevi stimoli elettrici) nelle cellule muscolari e funge anche da coadiuvante, stimolando i processi immunologici” spiega Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis nella nota dell’azienda.

“Il DNA consente di evitare la catena del freddo nello stoccaggio e nel trasporto – prosegue la nota – per le sue caratteristiche, la produzione dell’antigene si prolunga nel tempo e il vaccino potrebbe funzionare bene nel primo ciclo. Ma se necessario la somministrazione può essere ripetuta più volte per una risposta immunitaria più solida, anche grazie all’utilizzo della tecnica di elettroporazione “.

“Può essere facilmente e velocemente modificato per tener conto delle varianti del virus che stanno diventando prevalenti o che potrebbero apparire in futuro” aggiunge il professor Paolo Ascierto dell’Istituto Pascale di Napoli, coinvolto nella sperimentazione clinica, insieme allo Spallanzani di Roma, all’Ospedale San Gerardo di Monza e all’Università degli Studi di Milano -Biccocca.

“Abbiamo trovato in Rottapharm Biotech un partner per l’investimento iniziale e il supporto nello sviluppo clinico – conclude Aurisicchio – ma è ora necessario un intervento finanziario delle istituzioni italiane ed europee su una tecnologia che potrebbe rivelarsi utile non solo contro il COVID-19, ma anche su una serie di altre indicazioni terapeutiche, a cominciare dai vaccini contro il cancro”.

E-vax è in realtà il secondo risultato della ricerca scientifica italiana nella lotta contro la pandemia. Il primo è stato il vaccino sviluppato dalla RheiThera (con la collaborazione dello Spallanzani): giunto con successo alla Fase 2 della sperimentazione, non ha potuto avviare la Fase 3 (l’ultima prima dell’approvazione del farmaco) per la negazione del finanziamento pubblico di 81 milioni, decisa dalla Corte dei Conti.

 

Immagine: Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis 

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