La Dichiarazione Schuman

L’Unione Europea nasce essenzialmente per garantire la pace fra gli Stati del Continente.

Nel 1950, a 5 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, i governi europei intenzionati ad impedire il ripetersi di un simile devastante conflitto capirono che era necessario superare le divisioni tra gli Stati del Continente e avviare un processo che giungesse all’unione federale.  Il primo passo da compiere era la riconciliazione dei Paesi che si erano fronteggiati nel corso della guerra e quindi decisero di compierla con la creazione di un mercato comune del carbone e dell’acciaio: ossia con la libera circolazione di tali risorse e il libero accesso alle fonti di produzione.  Partirono dal settore carbo-siderurgico per la stessa importanza delle materie prime e perché i principali giacimenti delle stesse (Ruhr e Saar) si trovavano al confine fra la Francia e la Germania, storicamente rivali anche per via di questa ricca e strategica zona di confine.

Creare una fusione e un mercato comune per il carbone e per l’acciaio significava che una nuova guerra fra gli Stati europei sarebbe stata “materialmente impossibile” come disse Robert Schuman, l’allora Ministro degli Esteri francese. Con l’accordo, infatti, cessava il potere sovrano degli Stati aderenti, sulle risorse fondamentali per la produzione degli armamenti e del materiale bellico e impediva il riarmo sottotraccia.

L’idea del Mercato Comune fu del politico francese Jean Monnet (1888 – 1979) ma annunciata da Robert Schuman (1886 – 1963) nel suo celebre discorso pronunciato il 9 maggio 1950,  passato alla Storia come Dichiarazione Schuman o Piano Schuman e che riportiamo di seguito).

La proposta fu rapidamente accettata e condivisa da molti Paesi europei che il 18 aprile 1951 con il Trattato di Parigi istituivano  la CECA sigla della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio alla quale aderirono oltre alla Francia e alla Germania Occidentale, l’Italia (firmò l’allora primo ministro Alcide De Gasperi) il Lussemburgo, il Belgio ed  i Paesi Bassi. Il Trattato – entrato in vigore nel 1953 – ha avuto una durata di 50 si è concluso nel luglio del 2002.

Dichiarazione Schuman

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.

Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesignana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.

L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l’azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.

A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l’azione su un punto limitato ma decisivo.

Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.

La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.

La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.

Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l’Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all’instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.

Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace. Per giungere alla realizzazione degli obiettivi così definiti, il governo francese è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti.

Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l’ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità: la fornitura, a condizioni uguali, del carbone e dell’acciaio sul mercato francese e sul mercato tedesco nonché su quelli dei paese aderenti: lo sviluppo dell’esportazione comune verso gli altri paesi; l’uguagliamento verso l’alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.

Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l’applicazione di un piano di produzione e di investimento, l’istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell’acciaio tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.

Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l’organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l’espansione della produzione.

I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d’applicazione si svolgeranno con l’assistenza di un arbitro designato di comune accordo : costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.

L’Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell’intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive in Francia, Germania e negli altri paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell’Alta Autorità.

Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l’anno una relazione pubblica per l’ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.

L’istituzione dell’Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell’esercizio del suo compito, l’Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all’autorità internazionale della Ruhr e degli obblighi di qualsiasi natura imposti alla Germania, finché tali obblighi sussisteranno.

Parigi, 9 maggio 1950

Quel che accadde dopo

La CECA, dunque, ha aperto il percorso che ha portato allo stato attuale dell’ Unione Europa attraverso un lungo processo d’integrazione con varie tappe; le più salienti sono state: i Trattati di Roma del 25 marzo 1957 che ha istituito la Comunità Economica Europea (CEE) e  la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA); il Trattato di Maastricht (o Trattato sull’Unione europea -TUE) del 7 febbraio 1992 che ha costituito l’Unione economica monetaria, stabilendo la valuta unica (euro, 2002), le regole politiche e i parametri socio – economici indispensabili per l’appartenenza e adesione degli Stati all’Unione; la Carta di Nizza del 7 dicembre 2000 (rivista nel 2007 dalle istituzioni europee: Parlamento, Consiglio e Commissione) che stabilisce le suddivisioni delle competenze nel rapporto tra Unione e Stati membri, che consolida il principio democratico della prima e fissa i diritti inalienabili garantiti a tutti i cittadini dell’Unione. La Carta di Nizza è stata confermata dal Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, reso necessario dalla bocciatura della Costituzione europea per i risultati dei referendum popolari in Francia e Olanda del 2005.  Chiamato anche il Trattato di Riforma (avendo ampiamente modificato i Trattati di Roma e il Trattato di Maastricht, considerati i 2 atti fondativi) ha recepito le innovazioni contenute nella mancata Costituzione,  disegnando l’attuale stato giuridico e assetto istituzionale  dell’Unione Europea,  oggi composta da 27 Stati, dopo l’uscita del Regno Unito avvenuta  il 31 gennaio 2020.

Ogni 9 maggio, in ricordo della Dichiarazione Schuman si celebra la Festa dell’Europea, in nome della pace e dell’unità fra gli Stati membri.

 

Immagine: Da sinistra Alcide De Gasperi, Primo Ministro italiano  e Robert Schuman, Ministro degli Esteri francese nel 1951

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