Los Angeles. Al museo dei selfies

Detrattori ed estimatori dei selfies. Banditi al prossimo Festival  Cinematografico di Cannes per decisione del suo direttore, Thierry Fremaux (nessun autoscatto sul red carpet), negli Usa, considerando i selfies come un’espressione della pop art, gli dedicano un museo, anche se temporaneo.

 

Dall’ 1° aprile e fino al 31 maggio 2018, infatti, Glendale – contea di Los Angeles – ospita la mostra interattiva The Museum of Selfies.

744 metri quadrati nei quali è stato ricostruito il percorso che a condotto all’autoscatto: viaggio a ritroso, quindi, tra arte, storia e tecnologia fino ad arrivare a 40mila anni fa.

 

Divertimento e riflessione sono i 2 obiettivi del Museo. Si ride con i rifacimenti delle opere d’arte iconiche (riprodotte mentre si scattano una foto con lo smartphone), con le quali il visitatore può farsi un autoscatto (senza ricevere multe), oppure entrarvi e uscirne immortalando il fatidico momento.  Si medita e, auspicabilmente, se ne trae la giusta lezione nella sezione dedicata agli incidenti mortali causati dalla pratica dell’autoscatto.

 

Completa la mostra una serie di opere realizzate da artisti contemporanei che forniscono la loro visione – ora creativa ora provocatoria – del fenomeno dei selfies. Fenomeno antico, ci racconta il Museo statunitense, ma che nel XXI secolo ha raggiunto il suo apice: si stima che ogni giorno sui social network siano pubblicati oltre 1 milione di autoscatti.  Sarà per questo che all’uomo di Munch non resta che ri-lanciare l’urlo universale, mentre la ragazza con l’orecchino di perla e monna Lisa,  gioiosamente, mostrano il … selfie.

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