Parità di salario di genere. In Islanda è legge

Parità di salario di genere. Mentre se ne discute e si pubblicano statistiche dove le donne lavoratrici – a parità di mansione con i colleghi maschi – continuano a essere penalizzate, in Islanda fanno i fatti. E così il Paese del Nord dell’Europa ha introdotto per legge la parità di stipendio tra uomo e donna.

Da gennaio 2018 in Islanda tutte le aziende, siano esse pubbliche o private con un organico superiore ai 25 dipendenti, dovranno dimostrare annualmente, documenti alla mano, che le lavoratrici percepiscono lo stesso stipendio dei lavoratori. Altrimenti scatterà l’ammenda.

Primo Paese al mondo a introdurre il provvedimento di uguale compenso per tutti, l’Islanda conferma il suo primato tra i Paesi più avanzati nella parità di genere: primato confermato dalla classifica stilata dal World Enonomic Forum e, da 9 anni, dal Global Gender Equality Report che pone la Norvegia e la Finlandia, rispettivamente, al secondo e terzo posto.

In Islanda la rivendicazione della parità salariale può definirsi storica, essendo di lunga data. Dal 1975 al 2010 le donne hanno scioperato, per 4 volte: nel 1975, nel 1985, nel 2005 e infine nel 2010.

Nonostante ciò tra il 2013 e il 2016, l’associazione islandese Women’s Rights Association ha denunciato un aumento del divario di compenso in alcuni settori come le istituzioni finanziarie e nelle municipalità periferiche.

Una discriminazione che dal 1° gennaio 2018, con l’entrata in vigore della legge Standard Payment Equality (che sarà aggiornata ogni 3 anni) per l’Islanda apparterà alla storia del passato.

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