Beirut riparte da Museo Sursock
Riaprirà il prossimo maggio il Museo Sursock di Beirut, uno dei simboli della città colpita il 4 agosto 2020 dall’esplosione del silos che da anni sostava nel porto della città nell’indifferenza delle autorità che ben sapevano della sua pericolosità.
Per la deflagrazione persero la vita più di 200 persone, migliaia furono i feriti, tante le devastazioni delle infrastrutture e degli edifici, fra i quali il Museo.
Palazzo storico
Palazzo storico quello che oggi è il simbolo di Beirut viene costruito nel 1912 come residenza di Nicolas Ibrahim Susock, nobile tedesco, membro di una delle famiglie più importanti della città, collezionista d’arte e che volle che alla sua morte, nel 1952, l’edificio andasse in eredità alla città trasformato in museo.
Come tale fu inaugurato nel 1961, con una mostra di artisti libanesi contemporanei. Da allora ha ospitato centinaia di mostre nazionali e internazionali, oltre alla collezione permanente composta da oltre 800 pezzi d’arte tra dipinti, sculture, e arti grafiche di arte giapponese, islamica e moderna che vanno dal XIX al XX secolo.
Uno dei pochi palazzi d’epoca di Beirut sopravvissuto alla speculazione edilizia, con la sua architettura d’ispirazione italiana e ottomana, il Museo Sursock, dall’esplosione del 4 agosto del 2020, ha riportato danni significativi. Danneggiate anche alcune delle sue opere d’arte.
Il contributo italiano per Museo Sursock e la sua cooperazione per la ripresa del Libano
Ora, grazie soprattutto al finanziamento del governo italiano che nel 2021, tramite l’Unesco, ha stanziato un milione di euro, è stato restaurato. Gli altri contributi, di 500 euro cadauno, sono arrivati dal Ministero della Cultura francese e da Aliph Foundation, cooperazione internazionale per la protezione del patrimonio culturale nelle aree di conflitto e post-conflitto.
La ricostruzione del Museo è soltanto una delle iniziative dell’Agenzia italiana per la collaborazione allo sviluppo (AICS) a supporto del Libano, Paese che, secondo la Banca Mondiale, dal 2019 sta affrontando “la peggiore crisi economica dell’era moderna”, con la moneta locale il cui valore è prossimo allo zero, l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, superata dal milione e mezzo di siriani, profughi nel suolo libanese.
In tale contesto la riapertura del Museo Sursok vuole essere “un’evento simbolico”, ad indicare “una vera rinascita” per tutto il Paese, come ha spiegato Alessandra Piermattei, direttrice dell’AICS per il Libano.
Immagine: Beirut (Libano), Museo Sursock. By France 24