Superstiti in un mondo da ri-vedere

Man’s roots revolve with Earth

Man’s roots revolve with Earth di Luciano Maccioni

… ” Appunto: l’hai detto tu stessa, sono cose di altri tempi. Se Mosè fosse qui con noi, in questo mulino, non ci penserebbe un momento a cambiare le leggi. Spaccherebbe le tavole, come aveva fatto quella volta che non era arrabbiato per il vitello d’oro e ne farebbe di nuove. Specialmente se avesse visto le cose che abbiamo visto noi”… (da “Se non ora quando” di Primo Levi)

Nel giorno della memoria, vorremmo anche noi “spaccare le tavole e farne di nuove”, delle tavole che siano il riflesso dell’umanità, non un emblema ideologico. Delle tavole che possano ricordare gli eccidi e gli stermini in ogni parte del mondo, dallo sterminio del popolo armeno al genocidio dei mussulmani bosniaci a  Srebrenica nel vicinissimo 1995.

Lontani da ogni forma di retorica, in un momento di radicalizzazioni estreme che in nome di una professione religiosa si procede all’annullamento dell’essere umano, vi proponiamo il poema Sopravvissuto di un uomo del suo tempo e di tutti i tempi, il poeta polacco Tadeusz Różewicz che invoca “ancora una volta un nome per le idee e per le cose”.

Dare un nome alle cose e alle idee che si sono dissolte nella “banalità del male” a cui non succedano altri totalitarismi e soprusi che hanno continuato a perpetrarsi dopo la seconda guerra mondiale.

Ho ventiquattro anni
 sono sopravvissuto
 condotto al macello.

Ecco nomi vuoti e univoci
 uomo e animale
 amore e odio
 nemico e amico
 oscurità e luce.

 L’uomo si uccide come l’animale
ho visto:
 furgoni di uomini  triturati
 che non saranno salvati

 Le idee sono solo parole:
 probità e crimine
 verità e menzogna
 bellezza e bruttura
 coraggio e codardia.

 Allo stesso modo si soppesa probità e crimine
vidi:
un uomo che era sia
probo che criminale

 Cerco un insegnante e un maestro
 che mi ridia vista udito e parola
che ancora una volta nomini le cose e le idee
 che divida la luce dall’oscurità.

 Ho ventiquattro anni
 sono sopravvissuto
 condotto al macello.

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