Studenti delle scuole superiori di tutti gli Stati Uniti, il momento di agire è ora

La strage nel college statunitense Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida ha scosso profondamente gli animi dei giovani americani.

Da quell’infausto 14 febbraio 2018, che ha provocato 17 vittime, gli studenti hanno realizzato  una serie di manifestazioni e proteste che vedranno il culmine il 24 marzo 2018 con la March For Our Lives , quando sfileranno a Washington, e in molte altre città,  per chiedere e ottenere dal Congresso leggi più severe per la vendita delle armi, soprattutto per quelle a ripetizione, e fermare le stragi che da anni si susseguono presso le scuole statunitensi.

Già il 14 marzo 2018, a un mese dalla strage di Parkland, alle ore 10, la stessa ora dell’eccidio, gli studenti delle scuole secondarie hanno lasciato i loro istituti e si sono riversati nelle strade di tutti i Paesi Usa, per esprimere il loro dolore nei confronti dei coetanei morti, ma anche per protestare contro lo Stato centrale, dominato dalle grandi lobby delle armi che dominano tutti i Governi che si succedono.

Tra i manifestanti si è levata commossa ma forte la voce di Emma Gonzalez (nella foto in alto), sopravvissuta alla strage della Marjory High School: “Dovete vergognarvi! – ha detto Emma – e se il presidente viene a dirmi in faccia che si è trattato di una tragedia terribile […], io gli rispondo con una domanda: quanti soldi ricevi dalla National Rifle Association (lobby delle armi, ndr)? Anzi, non importa, perché lo so già: 30 milioni di dollari”.

La libertà del possesso delle armi negli Usa nasce dal secondo emendamento della Costituzione che recita “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.  L’emendamento risale al 1791 quando gli Stati Uniti non disponevano ancora di forze armate organizzate in difesa della cittadinanza. Ma da allora non è mai stato modificato e il concetto è stato e continua ad essere interpretato, da una estesa parte della popolazione, come un segno di libertà individuale, espressione della stessa democrazia.
In molti Stati della Federazione qualunque persona maggiorenne può richiedere ed ottenere la licenza per il possesso delle armi, e le delimitazioni prescritte non sono un deterrente.

Riporta Lapresse che negli ultimi 5 anni in Usa sono stati 291 gli attacchi con le armi e spesso hanno provocato stragi presso le scuole e non solo superiori: nel 2012, un ventenne armato entrato in una scuola elementare di Newton (Connecticut), ha ucciso 20 bambini e 6 insegnanti.
Dopo ogni strage si è aperto il dibattito sulla necessità di rendere più restrittive le regole sulla vendita delle armi da fuoco, ma hanno sempre prevalso le ragioni dei sostenitori del diritto alle armi.

Fino alla strage della Florida. Oggi i ragazzi della protesta scrivono: “Noi siamo gli studenti, noi siamo le vittime, noi siamo il cambiamento, ora combattiamo la violenza armata. Studenti delle scuole superiori di tutti gli Stati Uniti, il modo per contrattaccare è qui: c’è troppa noncuranza da parte dei politici quando si tratta di violenza da arma da fuoco: il momento di agire è ora!”.  E dopo la manifestazione del 24 marzo 2018 è previsto lo sciopero per il successivo 20 aprile, in commemorazione del 19° anniversario della strage di Colombine (Colorado), dove morirono 13 persone.

Non hanno intenzione di fermarsi questi nuovi statunitensi perché, come ha detto Eva, non vogliono “diventare i ragazzi di cui si parlerà nei libri di testo: un’altra statistica sulle stragi di massa in America”. Loro vogliono essere “l’ultima sparatoria di massa” della storia statunitense.  Il momento di agire è ora.

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