Vancouver. Gli indigeni squamish tornano in città
Vancouver (Canada) ha approvato il progetto per la realizzazione di un quartiere destinato ad accogliere alcune famiglie della popolazione indigena squamish, nella stessa aera, dove sorgeva un villaggio degli stessi autoctoni, distrutto dalle autorità per interessi industriali oltre 100 anni fa.
Il nuovo quartiere si chiamerà Senakw, in omaggio all’antico villaggio, avrà 11 grattacieli e 6mila abitazioni che saranno in grado di accogliere circa 10mila residenti diventando, così, il maggior nucleo indigeno in una città canadese.
Il progetto, come scrive The guardian, gode dei benefici offerti dalla normativa locale sull’edilizia e trattandosi di costruzioni su terreno di riserva – che si avvale della giurisdizione nazionale e non municipale – si svilupperà per 1200 case per ettaro, raggiungendo così la densità abitativa di Hong Kong o New York con parcheggi solo per il 10% degli appartamenti, anziché uno per abitazione come richiede la norma municipale. Si inizierà a costruire nel 2021 con la Westbank come partner al 50%.
Gli indigeni costituiscono oggi il 3% circa della popolazione canadese: tra loro gli sqwamish, che oltre ad essere una comunità, formano una municipalità distrettuale – la Squamish Nation della Columbia Britannica.
La loro presenza nella zona dell’attuale Vancouver, secondo gli scavi archeologici, si perde nella notte dei tempi, mentre gli europei (che la colonizzarono) arrivarono soltanto alla fine del XVIII secolo: dapprima fu l’esploratore spagnolo José María Narváez seguito dal britannico George Vancouver, al quale verrà dedicata la metropoli che ottenne lo status di città soltanto 1886.
Il villaggio Senakw si trovava in un’aera protetta, ma le autorità provinciali costrinsero obtorto collo gli indigeni a vendere le loro terre per poi portarli verso il Nord del Paese. La compagnia ferroviaria Canadian Pacific Railway vi costruì un terminal, ma quando nel 1989 tentò di rivendere il terreno, gli squamish lo rivendicarono. Si finì in tribunale, il quale nel 2002 ha permesso alla comunità indigena di recuperare parte del territorio. Un referendum indetto dalla Squamish Nation ha deciso come utilizzarlo, trattandosi “del nostro miglior terreno edificabile”.
A buon diritto, dunque, Khelsilem, consigliere della Squamish Nation parla di “ritorno del nostro popolo nel nostro territorio”.
Secondo alcuni studiosi – riporta ancora The Guardian – sostenitori, per studio e analisi, dell’incompatibilità tra gli indigeni e l’urbanità, il nuovo quartiere rappresenterà una sfida, comunque sfumata soltanto dal fatto che comunque sarà anche una risposta alla crisi abitativa cronica di Vancouver.
Ma comunque la si veda, Senakw rappresenterà un progetto di inclusione sociale degli indigeni, già sviluppato dagli anni Novanta in Nuova Zelanda, dove lo sviluppo edile rispecchia negli edifici pubblici e privati anche i principi Maori, come dimostra la ricostruzione di Christchurch dopo i terremoti del 2010 – 2011.
Fotografie dall’alto: 1 e 2, modelli elaborati al computer del progetto edile Senakw che si realizzerà a Vancouver (Canada): abitazioni per la comunità indigena squamish