La Francia verso il divieto della scrittura inclusiva
Scrittura inclusiva: tra i Paesi europei dimostratesi più sensibili e solerti nell’applicare le linee guida del Parlamento europeo sulla neutralità di genere nel linguaggio è stata la Francia.
Ma proprio il Paese transalpino potrebbe essere il primo a ripudiarla.
Pochi giorni fa, infatti, la Commissione del Senato ha approvato il disegno di legge che mira a “proteggere la lingua francese dagli abusi della cosiddetta scrittura inclusiva”. Il testo giungerà per il voto della Camera Alta il 30 ottobre 2023.
Divisioni, polemiche, condanne e divieti
La Francia si era prodigata fin dal 2016, quando l’agenzia di comunicazione Mots-Clés elaborò un manuale per l’uso della scrittura inclusiva, pubblicato l’anno successivo dalla casa editrice Hatier per gli allievi della terza classe elementare.
Il compendio proponeva accorgimenti (come la doppia flessione o le declinazioni delle professioni al femminile) e regole grammaticali semplici e, inevitabilmente – posto che per essere inclusivi andrebbe superato l’uso del maschile universale – dei neologismi quali iel, contrazione di “lui” e “lei”, o “celeux”, contrazione di “quelli” e “quelli”, e l’uso del punto mediano, pari all’asterisco, al posto della vocale finale.
Lungi dall’essere inclusive, paradossalmente alla loro stessa natura, queste novità linguistiche hanno suscitato divisioni e polemiche a non finire tanto che nel 2017 il primo ministro di allora Édouard Philippe già le vietava negli atti ufficiali.
L’Académie Française la considerava una minaccia “mortale per la lingua” e i denigratori si accanivano soprattutto contro il punto mediano [·], accusato di creare confusione soprattutto durante la lettura, mentre l’agenzia di comunicazione Mots-Cles, respingeva l’accusa, giudicandolo conforme sotto i profili semiotico, pratico e tecnico.
L’ultimo atto
Ora disegno di legge sembra avviare l’aspro dibattito verso la fase finale.
Mira a vietare definitamente l’uso della scrittura inclusiva fino al punto di impedire il sussidio pubblico per le associazioni che ne fanno uso.
Nello specifico il divieto dell’uso scatterà “in tutti i casi in cui il legislatore (ed eventualmente il potere regolamentare) richieda un documento in francese”, come atti giuridici, contratti di lavoro o altri regolamenti interni aziendali o le istruzioni per l’uso: tutti documenti che sarebbero considerati inammissibili o nulli.
Scrittura inclusiva? Non per i dislessici
La senatrice Pascale Gruny, firmataria del testo, ha dichiarato che il suo intento non è politico ma umano, indotto dalla figlia dislessica che le ha raccontato quanto sia ancora più complicato, nella sua condizione, imparare la scrittura inclusiva.
Lunedì prossimo, dicevamo, il testo sarà esaminato in Senato e secondo la stampa locale la sua approvazione è quasi certa visto il numero superiore della destra e del centro entrambi favorevoli.
Quando sarà legge. Se lo sarà
Ma per diventare legge, però, dovrà, successivamente, ottenere la maggioranza dall’Assemblea Nazionale.
Immagine: neologismi per la scrittura inclusiva che forse mai saranno inseriti nel dizionario francese – Fotografia tratta da Radio France