Rompiamo il silenzio
Non siamo un giornale politico, ma è nostra intenzione, per quanto ci sia possibile, perseguire messaggi di pace che possano contribuire a formare uno sguardo tollerante tra i popoli e a capovolgere il paradigma del conflitto e dell’odio e aggressività atavici.
Per questo motivo abbiamo deciso di condividere l’appello che parte da 500 israeliani, artisti, scrittori, accademici, ministri, in una dimensione sociale, culturale e politica ampiamente trasversale.
A giugno 2017 si compieranno 50 anni dal regime di occupazione militare da parte dell’esercito israeliano della Cisgiordania e Gaza, terre a maggioranza palestinese.
Andando oltre ogni ragione storica e politica, si chiede con forza il ritiro israeliano dalle terre occupate: Se amate Israele, il silenzio non è più un’opzione possibile
“Con l’avvicinarsi del 2017 che segna il cinquantesimo anno dell’occupazione israeliana di territori palestinesi. Israele è ad un punto di svolta. La situazione attuale è disastrosa.
Il protrarsi dell’occupazione opprime i palestinesi e alimenta un ciclo ininterrotto di spargimento di sangue. Corrompe le fondamenta morali e democratiche dello Stato di Israele e danneggia la sua posizione nella comunità delle nazioni .
La nostra migliore speranza per il futuro – il tragitto più sicuro verso la sicurezza, la prosperità e la pace – risiede in una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese che conduca alla creazione di uno stato palestinese indipendente accanto e in rapporti di buon vicinato con lo Stato di Israele.
Facciamo appello agli ebrei nel mondo intero perché si uniscano a noi israeliani in un’azione coordinata per porre fine all’occupazione e costruire un futuro nuovo per la salvezza dello Stato di Israele e delle generazioni future”.
David Grossman, Amos Oz, Achinoam Nini (Noa), David Broza, Avishai Margalit, Avraham Burg, Edward Edy Kaufman, Ohad Naharin, Orly Castel Bloom, Ilan Baruch, Alon Liel, Elie Barnavi, Alice Shalvi, -Shakhar, David Harel, David Tartakover, David Rubinger, David Shulman, Doron Tsabari, Dani Karavan, Daniel Bar-Tal, Daniel Kahneman, Zeev Sternhell, Chaim Oron (Jumes), Haim Ben-Shahar, Chaim Yavin, Yair Tzaban, Yehuda Bauer, Judith Katzir, Joshua Sobol, Yehoshua Kolodny, Yoram Bilu, Yoram Groner, Yoram Peri, Yasmeen Godder, Yael Dayan, Iftach Spector, Yitzhak Frankenthal, Lahav Halevy, Leora Rivlin, Motti Lerner, Mossi Raz, Michael Benyair, Micha Ullman, Menahem Yaari, Moshe Gershuni, Noga Alon, Nahum Tevet, Naomi Chazan, Nathan Sharony, Savyon Liebrecht, Sami Michael, Sammy Smooha, Edit Doron, Amos Gitai, Amram Mitzna, Anat Maor, Colette Avital, Ronit Matalon, Raphael Mechoulam, Shaul Arieli, Shimon Shamir, Akiva Eldar, Aharon Shabtai, Eva Illouz (e altri 500).
La cosa che mi rattrista di più è vedere che la storia non insegna: il popolo ebreo che ha vissuto la persecuzione nazista e l’olocausto non capisce che i palestinesi sono persone come loro, un popolo a cui stanno imponendo sofferenze inaudite.