Coast to coast. Dalla Riserva Naturale di Khartoum alla Biennale d’arte di Dakar
La Riserva Naturale di Marshall a est di Khartoum, capitale del Sudan, è un’oasi di pace che accoglie diverse specie di uccelli. È nata 4 anni fa grazie all’impegno di Akram Yehia, amante dell’ornitologia, che ha voluto creare un ambiente che simulasse l’habitat naturale dei volateli.
Vi si possono ammirare oltre 100 uccelli di 13 specie dai parrocchetti dal collo ad anello, roselline ai pappagalli grigi africani e dal ciuffo rosso. Nel verde lussureggiante con tanto di laghetto da giardino, bocchette di nebulizzazione difendono i turisti dal caldo eccessivo.
Il risultato è un piccolo miracolo. Nella capitale sudanese non c’è verde: “È un deserto” afferma un visitatore locale ad africanews.com; Yehia con la riserva è riuscito a “portare la natura” nella città e ci è riuscito nonostante i disordini degli ultimi anni per l’instabilità politica del Paese.
I visitatori possono permanere nella riserva non più di 3 ore per non disturbare gli animali che sono curati da Yahia intenzionato ad espandere nel futuro l’oasi.
Dal Sudan al Senegal. Ovvero dalla natura all’arte
A Dakar è in corso la 14° edizione della Biennale d’Arte Africana Contemporanea.
Il direttore artistico El Hadji Malick Ndiaye ha chiesto a un gruppo di artisti di creare opere monumentali con la quale occupare lo spazio pubblico della città.
Una di queste, una piramide sulla spiaggia dell’Oceano, mostra scolpiti decine di volti con gli occhi chiusi, le scarpe allineate lungo la piramide che ricadono in mare. L’opera di Yakhya Ba è la rappresentazione esplicita della tragedia della migrazione illegale che colpisce molte famiglie africane.
L’astro nascente
Riflette su colonialismo, sul mondo, sul posto dell’Africa in esso, sulla tirannia, sulla violenza ma anche sulla speranza l’arte di Omar Ba, pittore di Dakar, dove vive e lavora dividendosi con l’Europa.
Per la Biennale ha creato varie opere: un quadro con sagome inquietanti “metà uomini e metà animali” che raffigura “l’essere umano che si comporta con un animale nella giungla: per esistere cerca di dominare gli altri”. Ma apre all’ ottimismo l’altro dipinto, che mostra 2 figure su un grande globo che si stringono la mano a simbolo della “riconciliazione” e di “un’Africa non più mendicante ma partecipe al concerto delle nazioni”.
Omar Ba, protagonista di molte personali in giro per il mondo e presenza permanente nelle collezioni del Louvre Abu Dhabi e della Fondazione Vuitton è considerato un innovatore sia per composizione sia per tecnica. “Ha reinventato la pittura” sostiene Malick Ndiaye, direttore artistico della Biennale.
Nasce il MIAD, Mercato internazionale dell’Arte Africana
Mentre giovani artisti si affacciano, apprezzati, sullo scenario internazionale. Sono loro insieme all’istituzione del MIAD, il Mercato internazionale dell’Arte africana di Dakar (novità di questa edizione) che confortano l’obiettivo di Ba: “Rendere l’Africa un luogo essenziale per l’arte”.
La Biennale – dal 19 maggio al 21 giugno 2022 – è considerata uno delle maggiori manifestazioni delle arti visive del continente. Ha riunito circa 59 artisti di cui 4 collettivi, provenienti da 28 Paesi, 16 africani e 12 della diaspora con mostre e eventi sparsi per tutta la città.