Il “Grand Tour” di Reggie Khumalo per l’identità artistica e culturale dell’Africa

Reggie Khumalo è un poliedrico artista sudafricano che dal 2017  attraversa  in motocicletta l’Africa.
Regista e pittore autodidatta, il trentenne Khumalo ha iniziato il suo viaggio per raccogliere i fondi a sostegno degli studenti d’arte e dei giovani artisti emergenti africani.

Un’avventura che ha un nome Ride an Artist Within, che lo ha portato – nel corso della prima fase –  a percorrere in circa 20 settimane migliaia di chilometri, da Città del Capo (Sudafrica)  al Kenya, passando per Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Malawi e Tanzania.

Accompagnato dall’operatore che ha ripreso e fotografato l’intero viaggio, in ogni Paese raggiunto Khumalo ha collaborato  alla realizzazione di un progetto con un artista emergente locale, dipigendo un quadro che rifletteva le emozioni e le impressioni di ogni luogo visitato.

Terminata questa  prima fase del percorso i suoi dipinti sono stati venduti all’asta e il ricavato è servito a pagare le tasse per l’istruzione degli studenti d’arte meritevoli ma svantaggiati, sulla scia del movimento studentesco sudafricano FeesMustFall (le tasse devono cadere),  che dal 2015 chiede al Governo il blocco dell’aumento delle tasse studentesche e l’aumento dei finanziamenti governativi alle università.

Oggi Khumalo ha ripreso il cammino a bordo della sua motocicletta, questa volta per raggiungere il Mediterraneo e, successivamente l’Europa, fino ad arrivare ad Amsterdam dove  esporrà i suoi quadri la prossima estate.

Al sostegno dei giovani artisti africani in questa nuova traversata Khumalo aggiunge  la missione di potenziare e promuovere l’arte e l’identità africana.

La corrispondenza culturale dei paesi del grande continente, Khumalo l’ha conosciuta durante la prima fase del suo viaggio.

Un’epopea durante la quale ha schivato pericoli di ogni genere: incidenti stradali, animali selvatici, ladri e guerre. Partito con in tasca 700 rands sudafricani (circa 46 euro) e, arrotondando con la vendita di bigiotteria artigianale in ogni luogo d approdo, se è riuscito (e riesce) a completare il suo percorso, è stato grazie all’ospitalità e all’accoglienza  che ha trovato in ogni paese visitato.

Alcuni dei tratti più forti dell’ identità  comune africana e che Khumalo ci ricorda, rimandano all’etica ubuntu – diffusa nella parte sub-sahariana del Continente – che riconosce il senso dell’uomo solo nell’umanità del suo prossimo.

Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo” recita l’ubuntu dove il sostegno reciproco è la chiave per prendere consapevolezza dei propri diritti e di quelli altrui e, al tempo stesso, dei doveri reciproci: una tensione etica che spinge alla realizzazione della pace fra le genti.

Concetti che Khumalo trasferisce nei suoi quadri dove l’immagine è accompagnata dalle frasi “Ubuntu è vivo” o “L’empatia è il nuovo amore” e, naturalmente “Africa Unita”.

E, posto che nella natura dell’arte è possibile rintracciare una dimensione sociale, la poetica del nostro artista prende le sembianze dei lavoratori neri sottopagati delle miniere d’oro sudafricane,  delle donne che nel loro agire quotidiano, per Khumalo, dimostrano di saper lavorare a sostegno della comunità,  mostrando una maggior resistenza  alla corruzione rispetto agli uomini.

L’artista sintetizza  un’idea – che è al tempo stesso una contestazione e un auspicio  nello slogan Black tax, ossia la possibilità per gli africani di avere presto risorse oltre la mera sussistenza  che permettano un’investimento per lo sviluppo delle arti.

Mentre scriviamo, Khumalo si accinge a partire per l’Etiopia. Macina chilometri, dipinge e continua a sostenere i progetti solidali.  Con il ricavato delle sue opere, oltre al già citato contributo per la tasse universitarie dei giovani artisti,  partecipa alla diffusione della scolarizzazione delle bambine nel Sudafrica e  in Malawi, e alla formazione di un giovane del Mozambico.

Per scoprire il viaggio e i viaggi di Khumalo, visitare la sua pagina digitale.

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