Perchè ciò che siamo è l’amore per la vita

i-anniversario-degli-attacchi-di-parigi-del-13-novembre-2015Le commemorazioni per il I anniversario degli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015 sono iniziate  l’11 novembre 2016, quando allo Stade de France, mentre era in corso la partita di calcio amichevole Francia – Svezia tutto si è fermato e tutti hanno taciuto per 1 minuto.

È allo Stade de France che tutto ha avuto inizio in quel tragico e indimenticabile 13 novembre,  quando alle h. 21.20 avvenne la 1°, di quelle che poi rivelerà essere una serie di esplosioni, davanti al ristorante Events nei pressi dell’ingresso D dello stadio.  La squadra nazionale della Francia stava affrontando la Germania in un’amichevole.  Lo stadio era occupato da 80.000 persone; fra queste anche il presidente della Repubblica François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel.  A parte i capi di stato, fatti uscire in precedenza per sicurezza, i tifosi poterono abbandonare lo stadio soltanto intorno alla mezzanotte. Lo fecero cantando La Marseillaise, l’inno nazionale francese. Un momento indimenticabile.

Le commemorazioni proseguono il 12 novembre con il concerto di Sting, che segna, come abbanews vi ha anticipato, la riapertura del locale Bataclan, all’intero del quale, durante quella tragica sera, persero la vita 93 persone delle 130 vittime complessive.

Domenica 13 novembre, l’omaggio solenne delle autorità, nuovamente allo State de France, quando una lapide commemorativa sarà scoperta e verranno letti i nomi delle vittime, che furono soprattutto giovani e molto giovani e provenienti da ogni parte del mondo come l’italiana Valeria Solesin.   E ancora lapidi da scoprire nei 6 punti degli attacchi.  Mentre a Notre-Dame verrà celebrata la messa dal cardinale André Vingt-Trois in suffragio delle vittime.  Di sera a Canal Saint-Martin, si accenderanno migliaia di lanterne, mente una candela arderà dalle finestre di tutte le case della Francia.

Un anno dopo

Parigi fu sotto scacco terroristico per circa quattro ore da 10 terroristi, appartenenti al sedicente stato islamico Daesh; di questi 9 perirono durante gli stessi attacchi facendosi esplodere, un fuggiasco, Salah Abdeslam, fino a marzo 2016 e oggi in prigione nel carcere di massima sicurezza Fleury-Merogis, da dove, contravvenendo a quanto aveva dichiarato appena preso, si è sempre rifiutato  di rispondere alle domande dei giudici. Gli attentati si svolsero nel  I, X e XI arrondissement della capitale francese

Ad un anno dagli Attacchi di Parigi, non tutte le persone rimaste ferite, il numero oscilla tra le 352 e le 368, sono guarite.

Come ha annunciato la segretaria di Stato Juliette Méadel, responsabile dell’aiuto alle vittime, 20 persone sono ancora ricoverate negli ospedali francesi, mentre 600 sono ancora “seguite per problemi psicologici che possono sfociare a volte in conseguenze drammatiche per la salute”.

Le indagini che si sviluppano fra la Francia e il Belgio, sono ancora in corso e la Francia, da quella sera, continua a vivere in stato d’emergenza.

Ma, nonostante tutto, la vita riprende. Parigi, dopo  le strade e i locali deserti dei primi mesi, torna ad animarsi e anche il turismo, dopo il calo del 10% dell’anno in corso, comincia a riprendere vigore.

Nessuno può e vuole dimenticare la sera del 13 novembre 2015, quella che il quotidiano francese Le Monde in queste ore ha definito un “trauma nazionale” ma come ha dichiarato Catherine Colonna ambasciatrice francese in Italia “Non vogliamo cambiare ciò che siamo. Ciò che siamo è l’obiettivo dei terroristi e noi non lo cambieremo. Ma soprattutto perché ciò che siamo è l’amore per la vita”.

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