In Onore di Paolo e i suoi angeli

Borsellino e la scorta“A 24 anni dall’uccisione del giudice Paolo Borsellino e dei “suoi” agenti caduti, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina che hanno vissuto il loro compito di proteggere il giudice come missione e come onore, Palermo, e tutta l’Italia, li ricorda come se li avesse appena salutati.

Il procurato generale di Palermo, Roberto Scarpinato ha affermato. “Credo che oggi Borsellino rimarrebbe molto perplesso perché Paolo era consapevole che la lotta alla mafia non si combatteva soltanto con la repressione ma occorreva ricostruire la credibilità dello Stato”.

Una cerimonia ufficiale per ricordare Borsellino e i suoi Angeli, ma soprattutto un momento di riflessione pubblica e privata sull’operato dei tanti uomini e donne che hanno perso la vita per servire lo Stato, ossia per noi cittadini.

Il ricordo a Borsellino e ai suoi agenti si è aperto il 17 luglio con una preghiera interreligiosa presso la Casa di Paolo a cui sono seguiti due giorni di spettacoli, letture e convegni.

L’opera teatrale In mio Onore di Elisa Parrinello, Compagnia teatrale di Folleria «È una preghiera di redenzione e di libertà per la nostra Sicilia – spiega Parrinello – una terra vittima e carnefice di se stessa, meta difficile da raggiungere intimamente se non ci sei nato e cresciuto, terra fertile per una natura che nessuno conosce veramente, una natura straordinaria, audace, pericolosa e spesso contraria allo sviluppo e all’evoluzione del suo popolo» come leggiamo in palermoviva.it

 

Interventi e incontri organizzati dal Movimento Agende Rosse, insieme a magistrati ed esponenti della società civile.

Salvatore Borsellino e il movimento delle Agende Rosse

Salvatore Borsellino e il movimento delle Agende Rosse

Le agende rosse è un movimento creato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice, in nome di quell’agenda rossa che Borsellino portava sempre con sé e che sparì dal luogo della strage. Sono in tanti ad aspettare una risposta. In quell’agenda è probabile che il giudice avesse raccolto le informazioni relative alla tante volte evocata, trattativa Stato-mafia.

Alle 20 dal luogo della strage è partito il tour in bicicletta che si conclude nella “casa di Paolo Borsellino”, il centro di aggregazione voluto dallo stesso Salvatore. La carovana successivamente fa ritorno in via D’Amelio per la proiezione del film “Era d’estate”, della registra Fiorella Infascelli che ritrae un racconto “fantastico” e profondamente umano del rapporto tra Borsellino e Falcone e le rispettive famiglie, quando furono costretti a spostarsi all’Asinara, in Sardegna, per motivi di sicurezza, mentre stavano preparando il Maxi Processo del 1984, il più grande processo alla mafia che si sia mai svolto.

Via D’Amelio e i ragazzi

Tante le iniziative che si sono svolte in via d’Amelio; laboratori di animazione, giochi e letture rivolte ai bambini di Palermo e Monreale, organizzati in collaborazione con la cooperativa sociale “Rigenerazioni Onlus” e le associazioni “San Giovanni Apostolo”, “Santa Chiara”, “Laboratorio Zen Insieme” e “Il Quartiere” che dal 1975 anni opera in tutto il territorio monrealese. Al termine dei laboratori viene offerta una merenda con i biscotti Cotti in fragranza, un prodotto promosso e sostenuto dall’istituto penale per i minorenni di Palermo, dall’opera Don Calabria, dall’associazione nazionale magistrati e dalla fondazione San Zeno.(monrealenews.it)

Concerti di studenti di terza media di Palermo e di ragazzi a rischio abbandono scolastico hanno riempito di musica e speranza la via.

Salvatore e Rita Borsellino durante il rito dell'Ulivo

Salvatore e Rita Borsellino durante il rito dell’Albero della Pace

 

Quest’anno, ai piedi dell’Albero della Pace, voluto dalla madre del giudice Borsellino nel luogo della strage, non sono state deposte di corone di fiori poiché si vuole ricordarlo vivo, forse proprio all’interno della Casa di Paolo.

“Il sogno di Salvatore Borsellino si è finalmente realizzato: la Casa di Paolo da un anno è il posto dove chiunque può   DOVE CHIUNQUE PUO’ ANDARE A TROVARE PAOLO, non al cimitero, non nella strada dove l’hanno ucciso, ma nel quartiere dove è nato, dove ha giocato per le strade, dove è andato a scuola insieme a tanti bambini alcuni dei quali sono poi finiti nelle spire perverse della mafia, del cancro che corrode la nostra terra.

L’obiettivo della Casa di Paolo è quello di dare un’alternativa a chi, per vari motivi, un’alternativa sembrerebbe non averla. Offrire ai ragazzi del quartiere degli strumenti validi affinché possano usufruirne quando, divenendo uomini, dovranno entrare nel mondo del lavoro. (palermoviva.it)

L’eredità socio-politica e cultura che ha lasciato Borsellino e gli agenti della scorta, così come Giovanni Falcone è parte della stessa città di Palermo e di ogni cittadino italiano che possiede una coscienza e il senso di responsabilità civica. Il loro esempio è altamente formativo per le nuove generazioni e per coloro che assisterono al massacro; un giorno indelebile nella memoria di tutti noi, un punto di cesura dal quale non si ritorna più indietro.

All’indomani della strage di via D’Amelio, la madre del giudice si fece accompagnare dalle madri dei giovani morti per proteggere la vita del figlio, li ringraziò come debitrice per il sacrificio degli agenti e fece promettere a Salvatore e Rita, fratelli del giudice, di nominarli in ogni occasione si parlasse della morte di Paolo.

Per saperne di più 

19luglio1992

Paolo Borsellino la stagione breve

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