50 anni dall’ultimo allunaggio. La NASA lo festeggia così
Con una nota pubblicata su Twitter la Nasa ha annunciato l’apertura di uno degli ultimi contenitori di rocce lunari finora sigillati da quel lontano dicembre 1972 quando gli astronauti Eugene Cernan e Harrison Schmitt nel dicembre 1972, li raccolsero durante la missione Apollo 17, l’ultima del programma.
Nel corso delle missioni Apollo sulla Luna sono stati raccolti complessivamente 2.196 campioni di roccia depositati in appositi cilindri. Di questi la Nasa decise da subito di mantenerne alcuni sigillati e incontaminati in modo che potessero essere studiati nel futuro alla luce di progressi tecnici raggiunti nel frattempo.
A distanza di 50 anni “il momento è arrivato” ha scritto la NASA su Twitter, lo scorso 10 marzo.
Quindi è stato aperto il campione ANGSA 73001 consistente in segmento di rocce e suolo frutto di una frana avvenuta nella valle del Tauro-Littrow della Luna. L’operazione è avvenuta presso “il Johnson Space Center della NASA a Houston dalla Astromaterials Research and Exploration Science Division (ARES), che salvaguarda, studia e condivide la collezione di campioni extraterrestri della NASA – riporta il sito dell’Agenzia statunitense -. Questo lavoro è guidato dall‘Apollo Next Generation Sample Analysis Program (ANGSA), un team scientifico che mira a saperne di più sul campione e sulla superficie lunare prima delle prossime missioni Artemis al Polo Sud della Luna”.
“Comprendere la storia geologica e l’evoluzione dei campioni lunari nei siti di atterraggio Apollo ci aiuterà a prepararci per i tipi di campioni che possono essere incontrati durante Artemis” ha aggiunto Thomas Zurbuchen, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA a Washington.
Il programma Artemis riporterà l’uomo sulla Luna. L’allunaggio è previsto per il 2025.
In realtà, a parte l’enfasi per il 50° anniversario dell’ultima missione lunare, già nel 2019 era stato aperto un contenitori di materiale della superficie lunare raccolto nella missione Apollo 17 e in quella occasione la geologa planetaria Sarah Noble, del programma Angsa aveva spiegato che oggi si possono eseguire “misure impossibili durante gli anni del programma Apollo” con le nuove tecnologie come i metodi dell’immagine 3D, la spettrometria di massa (la scansione con atomi o molecole elettricamente carichi) e la microtomia ad alta risoluzione (in grado di ridurre i campioni in sezioni ultra sottili).
Dopo il campione 73001 rimangono ancora 3 campioni lunari sigillati. Quando saranno aperti? “Dubito che aspetteremo altri 50 anni” lo scienziato della NASa, Ryan Ziegler.
Immagine: Houston (Stati Uniti), febbraio 2022 scienziate prendono il cilindro ancora sigillato contenente materiale della superficie lunare recuperato nella missione Apollo 17 nel 1972. Fotografia di Robert Markowitz, tratta dal sito della NASA