Mauthausen. Il passaggio del testimone della memoria

I superstiti del campo di concentramento nazista di Mauthausen all’indomani della loro liberazione – avvenuta 75 anni fa – si sono ripromessi e poi impegnati nel corso della loro vita di rendere il mondo più solidale e libero.

Ora è giunto il momento di passare il testimone alle nuove generazioni.  Quel che hanno fatto il 10 maggio 2020 nel corso di un’emotiva cerimonia trasmessa su Internet, al posto della grande commemorazione nel campo di Mauthausen che dal 1946, ogni seconda domenica di maggio, vede radunarsi migliaia di persone di varie nazionalità, ma quest’anno fisicamente irrealizzabile per il confinamento del coronavirus.

In un’ora di filmato i sopravvissuti e i rappresentanti delle associazioni delle vittime di circa 20 Paesi, grazie al web hanno superato le migliaia di chilometri che li separa per ricordare l’orrore del passato e rinnovare l’importanza di mantenerne vivo il ricordo storico, affinché non avvenga mai più.

Il 16 maggio 1945, undici giorni dopo la liberazione del campo, i sopravvissuti sottoscrissero un giuramento in cui s’impegnavano a raccontare ciò che avevano visto e vissuto e a combattere l’ingiustizia e a promuovere la solidarietà universale.

Impegno mantenuto giorno dopo giorno, giuramento rinnovato anno dopo anno, ma con il trascorrere del tempo le file dei sopravvissuti inesorabilmente si assottigliano, mentre si fa sempre più urgente “fermare qualsiasi forma di nazismo, fascismo e antisemitismo” dice Daniel Chanoch, classe 1932, dalla Lituania, in questo tempo in cui riaffiorano i nazionalismi portatori di nuove insidie” posto che “la sacralizzazione dei confini non fa altro che produrre nemici” rimarca David Sassoli, presidente dell’Unione Europea, intervenendo alla cerimonia telematica con un video.

Umanità senza frontiere è stato, infatti, il motto di questa edizione della liberazione di Mauthausen, deciso prima della pandemia, come c’informa Guy Dockendorf, presidente del Comitato Internazionale di Mauthausen “quando nessuno poteva immaginare che saremmo stati tutti ‘confinati’ per un virus sconosciuto e mortale” ma che dimostra come “il solo rimedio per affrontare le grandi sfide è la solidarietà transnazionale”.

Un tempo “non perduto” questa segregazione che stiamo vivendo per il Covid-19  se usato “per formare le proprie coscienze e opinioni”   suggerisce la senatrice Liliana Segre  – nel suo messaggio rivolto ai giovani che avrebbero dovuto raggiungere Mauthausen in questi giorni – affinché si acquisti la consapevolezza che “il viaggio nei luoghi di morte è sempre un monito per scegliere la vita”.

Ed eccole le nuove generazioni, pronte a prendere il testimone della memoria e dell’impegno. I giovani di 17 Paesi nel corso della cerimonia hanno raccolto e ripetuto il Mauthausen Oath, il testo del Giuramento solenne pronunciato 75 anni fa, ribadito da ciascun ella propria lingua.   “Giuriamo di mantenere il nostro spirito di solidarietà e unità per continuare la lotta contro l’imperialismo e il fanatismo nazionale” hanno detto le giovani leve della memoria, unendosi poi al coro formato degli altrettanto giovani italiani e spagnoli, quando, accompagnati da musicisti serbi, hanno intonato Bella ciao la canzone da loro stessi definita “l’inno contro il fascismo” ormai internazionale.

 

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