La mappa ritrovata racconta la storia degli Armeni

La Tabula Corographica Armenica, mappa sui luoghi sacri dell’Armenia risalente al 1691, è un rotolo che nonostante le sue notevoli dimensioni è rimasto ignorato per circa 3 secoli,  nei depositi delle Biblioteca Universitaria di Bologna. Riemerso dall’oblio nel 1991 grazie alla studiosa Gabriella Uluhogian, è in questi giorni in fase di restauro per opera di Melania Zanetti (nella foto a lato), presso il Museo Palazzo Poggi di Bologna.

Un lavoro pubblico quello di Melania Zanetti che si può osservare da vicino fino al 26 maggio 2018. Dopodiché, nel pieno del suo splendore ritrovato, a settembre 2018 la Tabula spiccherà il volo per il Metropolitan Museum of Art di New York, dove sarà esposta.

La storia della Mappa

La Mappa Armena, com’è chiamato più semplicemente lo storico documento cartografico, è una carta verticale lunga 3,5 metri e larga 1,20 centimetri, caratterizzata da scritte e illustrazioni a colori.    Il lavoro di restauro in corso riguarda il bordo della grande carta e alcuni dei 16 fogli che costituiscono l’opera.

Fu composta dall’armeno della comunità di Costantinopoli, il saggio Eremia Č‘ēlēpi K‘ēōmiwrčean (1637-1695), su commissione dell’aristocratico bolognese, scienziato, militare e gran viaggiatore Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730).  Nel tracciarla Č‘ēlēpi K‘ēōmiwrčean, rappresentando la Chiesa armena in tutta la sua completezza nel territorio comprendente l’Anatolia, la Ciscaucasia e la Subcaucasia, ha tracciato la storia del popolo armeno, il quale, come ricordava la professoressa Gabriella Uluhogian “non sempre nei secoli ha avuto delle entità statali, ma si è riconosciuto nelle chiese e nei monasteri, che erano anche luoghi d’istruzione a livello universitario”.

Al tramonto della sua vita il conte Marsili donò tutta la produzione e documentazione dei suoi viaggi e ricerche alla città natale, Bologna.
Della mappa, raccontava la professoressa Uluhogian (30 anni di cattedra di storia e letteratura armena all’Università di Bologna) si conosceva l’esistenza. Si sapeva che Č‘ēlēpi K‘ēōmiwrčean aveva tracciato una tabula della chiesa armena, ma nei suoi lasciti scritti non appariva il nome di Marsili, né la carta geografica era menzionata dai cataloghi del Fondo Marsili. Per questo il suo ritrovamento è stata una vera scoperta.

Lo studio e i libri

Alla Tabula Corographica, Gabriella Uluhogian (nella foto a lato) ha dedicato il libro Un’antica mappa della Chiesa armena – Monasteri e santuari dal I al XVII secolo, uscito nel 2001 per Longo editori.

Nel libro la mappa viene riprodotta completa, in scala ridotta, e suddivisa in 29 tavole a colori, ciascuna con il corrispondente testo in armeno e la relativa tradizione in italiano, con note illustrative e bibliografiche su ogni sito. Della professoressa Uluhogian, scomparsa nel 2016, ricordiamo anche il libro Gli Armeni, del 2009 (ed. Il mulino), che riunisce in un unico volume, il lungo lavoro della ricercatrice e la storia millenaria di un popolo che si ricorda quasi solo per il genocidio di cui è stato vittima per mano ottomana nel 1915, ma che ha alle spalle un’estesa e ricca storia.

La Chiesa Armena

La Chiesa Armena è cristiana e apostolica. Si è separata dalla Chiesa di Roma dopo il Concilio di Calcedonia (451).

È considerata monofisita (che nega la natura umana di Cristo, riconoscendogli solo quella divina) ma spiegava la professoressa Uluhogian “più per una questione di formule che di sostanza, perché in realtà la Chiesa Armena riconosce in Gesù sia l’uomo sia Dio. Ha un suo patriarca supremo, il Catolicòs di tutti gli armeni, che risiede a Ejmiacin ( nella foto a lato la cattedrale), il cui nome significa Discese il figlio unigenito, ricordo di una visione di Gregorio Illuminatore che, all’inizio del IV secolo, convertì tutta l’Armenia. Da quel momento l’Armenia è stata una nazione cristiana, spesso in un contesto musulmano. Ci sono questioni disciplinari che la dividono da Roma e la memoria storica del Concilio di Calcedonia, però i Catolicoi si sono accostati a Roma molte volte” .

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