Clima. Tassiamo l’inquinamento non le persone
Tre sono le misure urgenti da adottare, da subito, per contrastare il cambiamento climatico: diminuire le tasse sui salari, aumentarle invece per l’impronta del carbonio eliminando i sussidi ai combustibili fossili e fermare, entro il 2020, la costruzione degli impianti elettrici di nuova generazione basati sulla combustione del carbone.
A proporle è il segretario generale dell’Onu, António Guterres nel corso del suo recente incontro con i giovani maori e gli abitanti delle Isole del Pacifico in Nuova Zelanda, organizzato dal ministro dei Cambiamenti Climatici del Paese, James Show. Il segretario generale si è intrattenuto soprattutto con i giovani, molto partecipi nella questione ambientale attraverso l’organizzazione Generation Zero che s’impegna a proporre soluzioni per la riduzione dell’inquinamento come trasporti intelligenti, città vivibili e indipendenti dai combustibili fossili.
Per una “economia verde e non grigia” come ha efficacemente formulato Guterres, è necessario “che i soldi dei contribuenti non siano investisti per aumentare gli uragani, la siccità, le ondate di calore, lo sbiancamento dei coralli e lo scioglimento dei ghiacciai”; ossia che il frutto delle imposte non sia usato per il mantenimento dello status quo che sta accelerando i cambiamenti climatici fatali per la nostra specie, ma adoperarlo per la conversione dal modello dell’economia attuale a quello dell’economia sostenibile.
Ma per raggiungere tale scopo serve fare pressione sui Governi nazionali che al nuovo fanno una forte resistenza.
Guterres ha ricordato questa resistenza dei Governi, emersa nel corso dell’ultimo vertice Onu sul clima, COP24, di fine 2018, nonostante i costi degli effetti dei cambiamenti climatici, così come quelli dell’inattività nei confronti della situazione ambientale, siano superiori a quelli necessari per sviluppare il nuovo modello economico.
Per questo, ha proseguito il segretario generale, è necessario che tutte le iniziative dei cittadini a favore del clima, così come le azioni di pressione sulla politica nazionale e internazionale, abbiano “lo stesso ritmo – frenetico – dei cambiamenti climatici”. Perché per proteggere la vita di tutte le persone e del nostro Pianeta, l’obiettivo principe rimane quello d’impedire che la temperatura media globale, entro la fine del secolo, non superi l’1,5° gradi di aumento rispetto ai livelli pre-industriali.
Questo è il messaggio chiaro da lanciare ai Governi. Un messaggio che i giovani del mondo hanno fatto proprio, soprattutto dopo il primo intervento dell’ambientalista svedese Greta Thunberg che avvenne, per l’appunto, nel corso del vertice COP24.
Fotografie. Nuova Zelanda, 1-2) António Guterres, segretario generale dell’Onu mentre riceve il saluto maori e mentre incontra i giovani ambientalisti; 3) Organizzazione ambientalista neozelandese Generation Zero