Maghreb. Uniti nel nome del cous cous

Un progetto transnazionale coinvolge Marocco, Tunisia, Algeria, Mauritania e Libia e porta i Paesi del Maghreb a superare le difficoltà che spesso li dividono: ottenere il riconoscimento immateriale dell’Unesco per il cous cous, il piatto tradizionale che condividono.
Un piatto ormai di successo internazionale perché come dice Abdelhamid Larguèche del ministero della Cultura di Tunisi “è un piatto al tempo stesso tradizionale e moderno, urbano e rurale che unisce le società di ogni nazione del Maghreb e le nazioni della Regione fra loro”.

Il nome del piatto deriva dal berbero kseksu che denominava la semola di grano duro e diventa Kous Kous con l’arrivo degli arabi nel nord d’Africa.

La ricetta tradizionale prevede i granelli di semola cucinati con verdure, carne e/o pesce. Ma esistono tante varianti, secondo  Larguèche “tante quante sono le famiglie e i Paesi della zona”.

Per questo motivo l’Istituto Nazionale del Patrimonio tunisino è impegnato nell’inventario sulle differenti ricette, ingredienti e persino gli utensili tradizionali per cucinarli e una volta terminato i 5 Paesi del Maghreb si riuniranno per presentare il progetto congiunto all’Unesco.
Molti sono convinti dell’effetto “unificante del cous cous, in questa regione dell’Africa dove spesso le differenze nazionali predominano sulle somiglianze culturali.

Il piatto magrhebino è molto diffuso anche in Italia, soprattutto nelle isole.: la Sicilia occidentale e la Sardegna sudoccidentale lo considerano un proprio piatto tipico. Da cui deduciamo che se il cous cous otterrà l’importante riconoscimento, avrà ricadute positive anche per il nostro Paese.

 

Foto di copertina: by Hocine Zaourar, AFP – 2004

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