Una scultura di sabbia per ringraziare e non dimenticare gli operatori sanitari

Laura Cimador Gowdy è un’italiana del Nord che vive vicino ad Atlantic City nel sud del New Jersey.  Nella fase più acuta della pandemia in Italia (il Settentrione è stato a lungo l’epicentro europeo) ogni giorno riceveva i messaggi drammatici della sua famiglia e di molti amici malati e sulla condizione italiana in generale.

A colpirla in modo particolare era il coraggio degli operatori sanitari e la loro abnegazione. Pensava ai pazienti “che morivano tra le loro braccia” ha spiegato Laura alla stampa e le sembrava che non esistesse un modo esauriente per esprimere la gratitudine nei loro confronti perché “non c’è niente di più grande che un essere umano possa fare per un altro essere umano”.

Poi l’epidemia è scoppiata anche negli Usa e Laura con il marito John Gowdy sono stati costretti al confinamento. Ed è durante l’isolamento che hanno trovato il modo per esprimere la loro gratitudine per i medici e gli infermieri creando una grande scultura di sabbia di 6 tonnellate che raffigura una donna con una mascherina, che abbraccia il mappamondo mentre dai suoi occhi scende una lacrima. Un tributo che si trova nel cortile della loro casa a Galloway.

Laura e John sono entrambi artisti. Il sessantenne John è un vigile del fuoco in pensione, oggi intagliatore di sabbia professionista, una forma di arte che ha iniziato a coltivare oltre 30 anni fa, costruendo castelli di sabbia con conchiglie e con i bastoncini dei ghiaccioli.  Iniziata per intrattenere i bambini, la sua capacità artistica è stata presto notata. Ha formata una squadra di artisti, la Rowdy Gowdys, con la quale ha vinto gare di scultura di sabbia nazionali e internazionali. E proprio nel corso di una di queste gare che in una spiaggia italiana John ha incontrato Laura, insegnante e pittrice a olio. Scoppiata la scintilla John e Anna hanno unite le loro vite, vivendo in Italia per più di un decennio, prima di trasferirsi nel 2019 a Galloway, nella contea di Atllantic City, nel New Jersey, dove John è nato e cresciuto.

Entrambi artisti è stato naturale per la loro esprimere i sentimenti attraverso una scultura che da principio era uno schizzo di un operatore sanitario con il profilo dell’Italia. Poi man mano che i resoconti provenienti dall’Italia diventano sempre più drammatici lo schizzo è diventato una scultura con la sabbia che John custodisce nella loro piscina della propria abitazione , che ha soprannominato la “sua gigantesca scatola di sabbia”.  La prima versione della scultura recava un’iterazione che recitava Forza Italia. Poi quando la pandemia si è diffusa ferocemente anche negli Usa mietendo vittime, Laura e John hanno modificato l’ opera rendendola un tributo agli operatori e personale sanitario del mondo.

La scultura di sabbia è intrasportabile. Per questo, una volta attenuata la pandemia è intenzione della coppia di artisti di ricrearla in marmo e magari porla all’esterno di un ospedale affinché nessuno dimentichi le persone che hanno salvato molti di noi, a costo della loro vita.

A oggi in Italia sono 156 i medici e oltre 40 gli infermieri morti in servizio per COVID-19. I siti fnomceo.it e asscarenews.it, tengono costantemente aggiornati gli elenchi dei caduti e da dove apprendiamo che molti di loro era pensionati tornati al lavoro per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Un sacrificio che non deve essere dimenticato.

 

Immagini: 1) La statua in sabbia, a lato i suoi creatori, Laura Cimador Gowdy  e John Gowdy: 2) Prima versione della statua, dedicata all’Italia nella fase acuta della pandemia; 3) Particolare della statua. Fonte e foto: inquirer.com

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