CLiMALp. La biodiversità linguistica nell’era digitale

 Tutti siamo, o meglio, dovremmo cercare di essere “minoranza”, perché l’unica possibilità di salvezza è l’Incontro, è lì che risiede quel “divenire minoritario” che è di Tutti, e non, come il “fatto maggioritario”, di Nessuno” (dal saggio “Tra canone e molteplicità: letterature e minoranze” di Luigi Marinelli)

Lo scorso luglio si è svolto il convegno Minority Languages in European Societies, organizzato dal  Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università della Valle d’Aosta e l’Università di Torino, rivolto alla documentazione e all’approfondimento delle lingue minoritarie, attraverso la linguistica di contatto, la geolinguistica, la percezione linguistica, la pianificazione linguistica e la loro rivitalizzazione.

Il convegno ha rappresentato la fase finale del progetto  CLiMAlp (Corpus linguistics meets Alpine cultural heritage)  nell’ambito dei progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) del Ministero dell’Università e della ricerca.

Che cosa è CLiMALp

Il progetto CLiMALp nasce da una sinergia di iniziative delle Università degli Studi di Torino e della Valle d’Aosta. CLiMALp ha lo scopo di documentare, salvaguardare e studiare le lingue minoritarie germaniche (Walser) e romanze (occitano, francoprovenzale), parlate in Valle d’Aosta e in Piemonte, sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalle tecnologie informatiche e dalla linguistica dei corpora.

l progetto mira a espandere la piattaforma digitale sfruttata nel corso del progetto ArchiWals, che raccoglie testi e opere lessicografiche di ambito prettamente germanico, e a implementarla con materiali analoghi per le aree occitana e francoprovenzale. I corpora e i dati così raccolti (inerenti le tre aree linguistiche) saranno sottoposti ad un’analisi orientata in senso linguistico-computazionale, così da ottenere un’accurata descrizione linguistica e lessicografica delle parlate coinvolte.

Così come stabilito dalla Convenzione UNESCO 2003, il progetto aspira, nel suo insieme, a contribuire alla salvaguardia del patrimonio culturale, linguistico e identitario delle parlate minoritarie piemontesi e valdostane: minacciato da processi di spopolamento, tale patrimonio rischia di cancellato dalla forte assimilazione alle culture e alle lingue maggioritarie.

Ricordiamo che nel 2003 è stata approvata a Parigi la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che stabilisce la salvaguardia, la promozione e la consapevolezza di Beni intangibili, come tradizioni, culturali, etniche, artigianali che rappresentano l’espressione e i valori di gruppi o comunità, ratificata dall’Italia con L. 167 del 27 settembre 2007.

Il “patrimonio culturale immateriale”, espressione della diversità culturale, racchiude le tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio,  le arti dello spettacolo, le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi, nonché le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo e  l’artigianato tradizionale.

La prima audiomappa digitale

Come leggiamo nel sito Unitos, magazine digitale dell’Università di Torino, i parlanti delle varietà walser in Italia oggi non superano il migliaio e rappresentano ormai “una parlata a rischio di estinzione”, oggetto di studio e di interesse da parte di linguisti di tutta Europa: grazie al progetto AlpiLinK – Lingue Alpine in Contatto è in via di realizzazione la prima audiomappa digitale che documenta le diverse varietà alemanne parlate in una manciata di piccole comunità montane piemontesi e valdostane, isole linguistiche disseminate fra Valle del Lys, Val d’Ossola, Valsesia e Val Mastallone.

La lingua walser è di origine germanica e appartiene al gruppo dei dialetti alemanni dell’alto tedesco che a seconda dei diversi luoghi dove si è sviluppata ha acquisito caratteristiche locali.  Il territorio suddetto quasi a ogni “villaggio” corrisponde una varietà walser diversa, dal titschu di Rimella al titsch di Gressoney e Formazza al töitschu della piccola Issime, queste ultime due inserite nell’Atlante Unesco come lingue ad alto rischio d’estinzione”.

Fra le voci “registrate” nelle scorse settimane nel database di AlpiLinK anche quella di Jolanda Zertanna, centenaria da sempre residente a Formazza, che con i suoi 400 abitanti è il comune più settentrionale del Piemonte.

Oltre alla volontà di conservare il patrimonio linguistico, i ricercatori sono stati spinti dal grande interesse scientifico che si riscontra dietro alle diverse varianti della lingua waiser, solo spostandosi da un paese all’altro.

L’attenta analisi della struttura grammaticale e logica della lingua waiser e delle sue varianti, rivela forme singolari quali ad esempio,” la costruzione del futuro con l’agglutinazione del corrispondente avverbio poi come spiega Livio Gaeta, professore ordinario di Lingua Tedesca e referente di AlpiLinK per l’Università di Torino,  attestato dalla letteratura soltanto in alcune lingue africane”.

Tra gli altri progetti coordinati dal Prof. Livio Gaeta, citiamo:

  • ArchiWals – A digital archive to preserve the cultural and linguistic heritage of the Walser communities in Italy (Coordinatore nazionale del progetto PRIN bando 2015 – 2017-2020)
  • DiWaC – A digital archive to safeguard the Walser cultural and linguistic heritage (Principal Investigator del progetto di ricerca di Ateneo in convenzione con la Compagnia di San Paolo Call 02 Addressing Horizon 2020 bando 2014 – 2015-2017)

Il progetto con le scuole in Valle D’Aosta

In Valle d’Aosta l’avvio di AlpiLinK è stato l’occasione per coinvolgere il mondo della scuola, attraverso un progetto-pilota congiunto Università-Assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Istruzione che ha interessato tre classi di due istituti secondari superiori di Aosta, l’Institut Agricole Régional e il Liceo Classico Bilingue. «Un’iniziativa – spiega Gianmario Raimondi, coordinatore dell’unità di ricerca dell’Università della Valle d’Aosta – che ha coinvolto le classi nel lavoro di crowd-sourcing della banca dati AlpiLInK, con interviste ai parlanti di lingue minoritarie raccolte sul campo, e ha previsto inoltre azioni di formazione mirate alla valorizzazione del francoprovenzale come rilevante “bene culturale immateriale” del patrimonio regionale”.

La Tecnologia

Il classificatore linguistico ed il sistema di archiviazione dei dati è un brevetto tecnologico depositato nel 2019. Questo tipo di tecnologia, oltre che per studi linguistici come corpus linguistics e computational linguistics, può essere utilizzata per qualsiasi progetto si basi su data mining e machine learning (intelligenza artificiale) o su schemi semantici con una base dizionario.

La biodiversità linguistica

La salvaguardia della diversità linguistica è un prezioso patrimonio dell’Umanità, ricordiamo a questo proposito il Premio Ostana Scritture in Lingua Madre. Fondato nel 2009 da Ines Cavalcanti Vice presidente dell’associazione Chambra d’Oc e responsabile del settore lingua, cultura e rapporti internazionali,  il Premio è un appuntamento ormai consolidato con le lingue madri, che ogni anno riunisce a Ostana (Cuneo), autori di lingua madre da ogni parte del mondo per celebrare, diffondere e salvaguardare la “biodiversità linguistica”.

Quest’anno è stata presentata l’edizione XVI. La canzone inno per l’edizione del 2024,è stata Lo fuec es encà ros dessot la brasa (Il fuoco è ancora rosso sotto la brace), a cura del collettivo artistico Premio Ostana (P. Bertello, F. Giacchero, L. Pellegrino, M. Rey), tratto da un canto composto negli anni ‘70 da due cantautori di lingua madre occitana: Dario Anghilante e S. Sodano. Come leggiamo sulla pagina Facebook del Premio Ostana “Il loro operare è stato fondamentale per la presa di coscienza e l’amore per la lingua d’oc, di cui fino ad allora non si aveva molta consapevolezza”. …

“  L’intento del collettivo artistico che ha riproposto la canzone  è quello di attualizzare il brano dandogli una nuova veste, un flusso sonoro e solare, con idee e soluzioni creative ma utilizzando alcuni degli stilemi tipici tratti dall’estetica tradizionale, a partire dalla polivocalità, per rappresentare una dimensione corale, così come lo è il lavoro e la finalità che caratterizzano il Premio Ostana”.

Tra i premiati: Premio Speciale a Koumarami Karama, lingua dioula (Burkina Faso) accompagnata da Oliviero Vendraminetto; Premio internazionale Firat Cewerî, lingua curda (Turchia), accompagnato da Aldo Canestrari; Premio minoranze linguistiche storiche in Italia Stefan Dell’Antonio Monech, lingua ladina (Italia) accompagnato da Sabrina Rasom; Premio Lingua Occitana Michèle Stenta (Francia) accompagnata da Gisèle Naconaski

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