Consiglio d’Europa: ma il confine d’Europa sarà davvero in Irlanda?

Tutto lungo quel confine, il Confine in Terra d’Irlanda. Voi che leggete abbanews.eu lo sapete da luglio (ve lo ricordate? cliccate qua), l’Europa lo ri-scopre adesso, alla vigilia di un summit europeo in programma oggi, mercoledì 17 ottobre, che doveva essere la festa dell’accordo raggiunto con Londra per una Brexit guidata, pilotata, alla luce e non al buio. Invece, no.

Eppure: ci avevamo creduto. Domenica 14 scorsa l’incontro tra il negoziatore dell’UE, Michael Barnier, con la controparte, ovvero il ministro per la Brexit britannico, Dominic Raab, essendo un incontro a sorpresa, ovvero non previsto da nessun calendario, sembrava proprio che fosse risolutivo. Un’accelerazione, finalmente, nei tempi e nei modi per trovare un accordo. Invece, no.

Lo dicevamo: nonostante gli intensi negoziati, il punto di conflitto è sempre più diventato lo stesso. Non tanto lo status dei cittadini europei residenti alla Corte di Sua Maestà, nemmeno – di facciata – il dare ed avere economico, i conti, i bilanci, gli accordi militari, le bilance commerciali, i rapporti di forza, il ruolo nel mondo. Il problema principale è il confine irlandese.

Nessuna, tra le due parti, vuole che quel confine ridiventi uno steccato, con garitte, reti, filo spinato, frontiere. Ma come fare? Come fare a non far diventare questa ambizione di non veder riedificar muri nel cuore dell’Europa un qualcosa di accettabile ai fautori della hard Brexit, per quelli che dicono No Border No Brexit?

La posizione europea è chiara da tempo: lo raccontavamo già nell’articolo pubblicato a luglio. L’idea è quella di fare dell’Irlanda del Nord un pezzo di Regno Unito uscito “un po’ meno” dall’UE, facendo partecipare quella “regione” del UK ad una sorta di mini Schengen con il resto dell’Isola verde. Ma questo boccone è particolarmente indigesto sia ai governanti di Belfast (dove oggi governa un partito di destra, stampelletta indispensabile nell’affollato parlamento inglese per l’esecutivo May) sia a Londra per i sostenitori di una Brexit vera, nuda e pura.

Oggi va in scena a Bruxelles un altro atto di questa vicenda: è previsto l’incontro tra i 27 leaders dei 27 Paesi dell’Unione Europea “orfani” dell’Inghilterra con Theresa May in persona, al Consiglio europeo. Oggetto dell’incontro: i progressi colti sin qui nei negoziati, e l’idea di programmare un summit straordinario per novembre in cui trattare solo ed esclusivamente di Brexit. Evidentemente, dopo che i negoziati tra i tecnici non hanno colto nel segno di evitare un salto nel buio continentale derivante da una Brexit senza accordi, adesso entrano in scena i politici. Che sanno benissimo di dover sottostare ad una regola ferrea, in certe situazioni: qui o si fa la Storia, o la su subisce.

 

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