Borgo Croce. Una fiaba da preservare

Borgo Croce– Un detto dice: “Non tutti i mali vengono per nuocere” e così uno dei peggiori mali degli ultimi anni:
il Covid ha prodotto un piccolo miracolo, quello di trasformare un piccolo borgo calabrese in un’attrazione turistica che sorprende ogni visitatore.

Il merito è di una giovane donna, Maria Grazia Chirico, che nell’estate del 2020, tornata al suo paese d’origine, Borgo Croce, frazione di Fiumara, ha voluto e saputo, grazie ai colori e alla sua fantasia rendere quelle quattro case, alcune abbandonate e in stato pessimo, far sorridere i 45 abitanti di quel posto meraviglioso.

Riavvolgiamo per un attimo il film della nostra vita e di quella di tanti italiani. La voce di Mino Reitano, il suo sorriso, le sue canzoni che ci hanno accompagnato negli anni più belli, sono lo specchio della gente di Fiumara, dove lui era nato, e di Borgo Croce, ed adesso incontrare anziani, ragazzi, donne e quei pochi bimbi che ancora vivono in questo piccolo paradiso è come rivedere la semplicità e la naturalezza di un cantante che non si può dimenticare.

La nostra Maria Grazia, presi pennelli e pittura si è data da fare e ha colorato questa parte di mondo che sembrava dimenticata rendendola invece una meta per coloro che la raggiungono, inconsapevoli di andare incontro a qualche cosa di unico.

Portoni rovinati dalle intemperie, terrazzi senza ringhiere, finestre senza vetri, balconi senza fiori, scalini diroccati, piazze senza panchine, un solo negozietto fornito del solo necessario vendibile ai pochi rimasti, altro non poteva che arrecare una dose massima di demoralizzazione. Non per lei che ha sempre attinto alle sue riserve di fantasia durante tutta la vita.

Ecco così che pitturando arcate, muri scrostati, aggiungendo immagini e visi, riproponendo i lavori quotidiani delle donne e degli uomini ha ridato vita a Borgo Croce. Non tutti sono stati d’accordo con lei, ha visto bruciato il pulmino, non ha ricevuto nessun aiuto, ma con coraggio è andata avanti, fino a quando in una festa ha visto giungere 4 sindaci dei paesi vicini e i carabinieri in alta uniforme, così come quando la scuola media Dante Alighieri di Catona e Villa S. Giovanni, ha proposto ai suoi allievi di preparare in cassette di legno con materiali semplici i lavori che i loro genitori facevano quotidianamente.

È stato un successo! Ne hanno parlato i giornali, e dal prossimo 8 di dicembre si accenderanno migliaia di luci che renderanno quel borgo un piccolo presepe.

Ci sono favole che delineano un’istantanea reale e producono effetti insperati, così tutto diventa un quadro fiabesco, dove gli alberi parlano, il vento muove le foglie e ci sembra di vivere un tempo “non tempo”, i cui protagonisti sembrano essere su di un palcoscenico a recitare la loro storia. Poco distante, a Scilla c’è il castello Ruffo, dove visse la bella principessa Paola, e così la fiaba di Borgo Croce è alla portata di tutti.

Quassù dove il sole nasce e tramonta tuffandosi nel mare, non deve esserci over-turismo: potrebbe nuocere e fare mal.
Il sorriso che alberga nel cuore di chi lascia Borgo Croce non lo si può barattare con soldi e monete, è qualcosa che ti resta dentro e sai che vale più di ogni cosa.

 

Immagine: Borgo Croce (Calabria) – Facebook

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Una risposta

  1. Maria Buttò ha detto:

    Sempre bravissima la Sanguineti. Sono andata a vedere le immagini di questo Borgo e mi è sembrato veramente di entrare in una favola.
    Appena scendo in Calabria non mancherò di farci una visita.

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